“Archivio digitale: inno allo spreco
“Un inno allo spreco. Ecco cosa rappresenta la delibera del 2003, per la digitalizzazione dell’archivio del Comune di Monte Compatri. Un provvedimento che, per 5 anni, impegnava la bellezza di 170mila euro per custodire e trasformare i fogli di carta in file. Un ‘regalo’ di chi mi ha preceduto alla guida di Palazzo Borghese. E che, grazie alla firma di un primo cittadino del centrosinistra – il Pd ancora non esisteva nella geografia politica –, contemplava un rinnovo automatico e tacito. Disdetta possibile solo con un preavviso di almeno sei mesi. Ecco perché, appena insediato, non ho potuto rescindere un contratto blindato. Da oggi, però, i nostri documenti tornano in città e i monticiani non pagheranno un solo euro per la conservazione”, lo scrive in una nota il sindaco Marco De Carolis.
“La storia, come detto, iniziò 13 anni fa. Quando la sinistra affidò alla Hstudy, poi Sda Logistica, per ‘usufruire della tecnologia in materia di gestione documentale per la riorganizzazione dei propri atti’ – si legge nella determinazione numero 118, firmata nel luglio del 2003. Oltre 31mila euro per la procedura di informatizzazione. Mai avvenuta, però. E nessuno di quella squadra che allora amministrava, e oggi è all’opposizione, si è preoccupata di verificare questo spreco di risorse. Nonostante ci fosse una penale dello 0,2% per ogni giorno di ritardo nel compimento dei lavori, da parte della società”, aggiunge De Carolis.
“Altri 40mila euro impegnati, invece, per la conservazione. Oltre al danno – conclude il sindaco di Monte Compatri – la beffa: per consultare i nostri documenti, 4500 euro l’anno. Per questo, nel 2008 stop ai pagamenti alla ditta: inevitabile il contenzioso legale e la rescissione del contratto. In questo modo, noi abbiamo riportato i faldoni in città. E salvato 55mila euro. Altri, invece, come gli amministratori della sinistra, hanno fatto spendere 116mila euro ai monticiani
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