La salute e’ un settore da re-ingegnerizzare
Associazione Culturale “Giuseppe Dossetti: i valori- sviluppo e tutela dei diritti”
Prima seduta del tavolo indipendente per la governance della sanita’
La salute e’ un settore da re-ingegnerizzare
Puntare su outcome e risultati effettivi per la salute, superare la logica dei tetti di spesa, no al payback, affidarsi a dati certi, scoprire i costi occulti, rete informatica interconnessa: questi gli elementi emersi dalla prima seduta a Milano
Sono stati trentacinque i partecipanti – tra rappresentanti di società scientifiche e di associazioni mediche, reti di pazienti e aziende farmaceutiche e di medical devices – alla prima seduta del tavolo proposto dall’ dall’Associazione Culturale “Giuseppe Dossetti: i Valori – Sviluppo e Tutela dei Diritti” Onlus per identificare una nuova governance della sanità.
Il tavolo, avviato a seguito della riflessione sulle contraddizioni ed incoerenze del meccanismo del payback farmaceutico e sui riflessi negativi che lo stesso porta alla qualità ed omogeneità territoriale delle cure, ha proposto agli stakeholders intervenuti, due quesiti di lavoro: come superare il meccanismo del payback, assicurando comunque da parte delle aziende un impegno responsabile in ordine alla sostenibilità del SSN e come introdurre un approccio nuovo all’analisi della spesa sanitaria che non si fermi alla spesa farmaceutica.
I lavori – avvenuti a porte chiuse – hanno sottolineato alcuni punti, partendo da una prima considerazione di ordine culturale, condivisa da tutti i presenti: non è più possibile pensare alla sanità come protocollo di spesa. “Basta parlare di costi”, hanno affermato i partecipanti al dibattito, “è necessario cambiare il modo di vedere la cultura della salute. Il bisogno di salute aumenta ogni anno: come lo si vuole affrontare? Tagliando la prevenzione e gli screening? Puntando ad un accanito contenimento dei prezzi dei farmaci, oppure decidendo finalmente di affrontare il terreno minato dei bilanci fuori controllo dell’organizzazione complessiva?”
A partire da questa premessa, il Tavolo ha espresso alcune ipotesi precise. La prima proposta si concentra sul superamento della logica di tetto percentuale fisso di spesa farmaceutica introdotta dalla manovra Tremonti nel 2001; questa logica può essere superata parametrando tutto in termini di risultati raggiunti per la salute, sostituendo l’approccio puramente ragionieristico con la nuova prospettiva degli outcomes, dei meccanismi misurabili, dei risparmi resi possibili al SSN di fronte a terapie di successo (si pensi al contenimento di spesa complessiva reso possibile dall’introduzione delle nuove terapie sull’epatite C).
Ed il payback, dunque? Finché rimane in vigore non deve essere assolutamente applicato alle terapie salvavita ed i suoi introiti non devono essere utilizzati per coprire buchi di bilancio in settori diversi dalla sanità. Ma tale meccanismo deve essere necessariamente e completamente superato, in quanto è una risposta facile ad un problema difficile; risposta basata – tra l’altro – su dati incerti che hanno permesso la Sentenza del Consiglio di Stato 3977/2015 in seguito all’Ordinanza del TAR del Lazio, dove il meccanismo di calcolo del payback, è stato definito “Una metodologia basata su un dato aggregato a livello nazionale che non consente in alcun modo di verificare l’esattezza complessiva” e che appare “in palese contrasto con il principio di trasparenza dell’azione amministrativa”.
Queste perplessità giuridiche sul meccanismo del payback in realtà rivelano la difficoltà delle agenzie e del sistema di governo della salute di possedere dati certi sul sistema sanitario complessivo, numeri attualmente poco chiari, fumosi, parziali e a volte volutamente nascosti.
Da qui la necessità di ottenere dati chiari – in collaborazione con associazioni di cittadini, società scientifiche ed aziende – non solo sul costo del farmaco, ma anche attraverso un’azione di raccolta, sintesi e lettura dei servizi e delle performance del SSN. Dal dato, poi, occorre mettere mano a progetti di risoluzione. E qui è stata sottolineata l’urgenza di una re-ingegnerizzazione di una serie di attività organizzative, amministrative e gestionali.
In tutto questo occorre dare un impulso importante al fascicolo elettronico unico, ad un’anagrafica unica della salute: la parcellizzazione dei servizi informatici (non interconnessi tra loro) è una delle grandi cause di inutile reiterazione di esami per pazienti, che si spostano tra strutture lontane anche solo pochi chilometri le une dalle altre.
Grande soddisfazione è stata espressa dal Claudio Giustozzi, segretario nazionale dell’Associazione Culturale “Giuseppe Dossetti: i Valori – Sviluppo e Tutela dei Diritti” Onlus al termine della prima seduta del Tavolo di Lavoro Indipendente: “la partecipazione a questa prima seduta del tavolo ha superato le più rosee previsioni e i contenuti ci hanno confermato la nostra iniziale ipotesi di costruzione di un documento comune da presentare ai policy makers.
La prossima seduta del Tavolo è programmata a Roma per il prossimo 20 aprile (appuntamento a cui si sono già iscritti oltre 40 stakeholders del mondo della salute), confermando l’agenda che vuole questi incontri dell’Associazione Culturale “Giuseppe Dossetti: i Valori – Sviluppo e Tutela dei Diritti” Onlus alternati tra le due metropoli italiane (in totale sono sei i quesiti proposti ed ogni seduta ne affronterà due). Chiudendo la prima seduta a Milano, il segretario nazionale Claudio Giustozzi ha precisato che: “L’obiettivo di questo lavoro di confronti e dibattito è arrivare a presentare un documento in dieci punti al premier Matteo Renzi nella prima metà del mese di settembre. È lui il vero interlocutore di proposte e riflessioni sul futuro della sanità italiana, perché attualmente è l’unico politico in grado di indicare una linea strategica da seguire”.
Associazione Culturale Onlus “Giuseppe Dossetti”
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