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Valdazze e il “Villaggio che fu del cantante”

Valdazze e il “Villaggio che fu del cantante”
Febbraio 25
17:48 2016

Le vicende del cav. Silvio Giorgetti e il suo progetto di turismo culturale visionario e ambizioso

Valdazze è un paesino sperduto in mezzo ai boschi dell’Appennino aretino, a pochi chilometri da Pieve Santo Stefano. I dati anagrafici dicono che oggi ci vivono solo cinque abitanti, e un centinaio di turisti nel periodo estivo. La circostanza di per sé è già abbastanza curiosa, ma la vera vicenda che negli anni Sessanta ha reso questo borgo noto in tutta Italia è quella legata alla figura del cavalier Silvio Giorgetti, estroso forlivese (scomparso nel 2008) amico dei vip, amante della canzone italiana e della musica, come occasione di aggregazione sociale. Un giorno dell’estate del 1964, seduto in un bar a Milano Marittima, si inventò un sogno così grande da sconfinare nell’utopia: il Villaggio del Cantante a Valdazze. Giorgetti aveva acquistato qualche anno prima un terreno in questo piccolo lembo di Appennino. Stregato dalla magia di questo luogo, un giorno ne parlò ad un amico, il cantautore Gianni Meccia, convincendolo a partire per un sopralluogo a Valdazze. Anche Meccia, arrivato in paese, rimase folgorato. Tanto da avere un’idea. Anzi, l’idea: “Se mi regali un lotto io qua ci costruisco uno chalet”, disse a Giorgetti. E per il cavaliere si aprì un mondo. Tramite i suoi contatti con il mondo dello spettacolo, iniziò a offrire in regalo il terreno a cantanti e ad amici. Unico obbligo: costruire una villetta entro due anni, pena la decadenza dell’accordo. Coinvolse ‘Checco’ Marsella dei Giganti, Bobby Solo, Jimmy Fontana, Al Bano e Romina Power, Paolo Mengoli, Pippo Baudo e molti altri ancora.
Nasceva così il Villaggio del Cantante, progetto ambizioso e di grande interesse turistico, che tuttavia non prese mai piede, in quanto le amministrazioni locali, ai tempi, non furono abbastanza lungimiranti.

Le case, da sole, non bastavano, c’era bisogno di servizi e di infrastrutture. Inoltre mancavano i turisti: da qui lo stratagemma di Giorgetti, che di notte se ne andava in giro con la sua Mercedes bianca e con il baule carico di bidoni di vernice, a scrivere la parola ‘Valdazze’ sui muri degli svincoli delle principali assi stradali in Romagna.
Chiunque, almeno una volta nella vita, passando da questi luoghi ha visto quella pennellata intrisa di mistero. Indicava la strada verso un sogno. E poco importa che il progetto non sia mai decollato. Che i vip si siano fatti presto di nebbia e che oggi Valdazze non sia il Villaggio del Cantante, bensì un paesino dimenticato dove restano attivi un albergo-ristorante, una chiesetta, un paio di negozi e una serie di case private.
Quel nome è custode di una grande verità: i sogni, nella vita, vanno inseguiti.

Notte da ballo ExtraLiscio a Valdazze
sabato 26 marzo

Nel piccolo borgo nel comune di Pieve Santo Stefano (AR) rivive a suon di folk romagnolo e ‘punk da balera’ il sogno del Villaggio del Cantante, luogo leggendario nel cuore dell’Appennino Tosco Romagnolo ideato negli anni Sessanta dal cav. Silvio Giorgetti

Anima dell’evento – che prevede anche una mostra su Secondo Casadei e la sua orchestra, un concorso canoro e una gara di ballo – sono gli ExtraLiscio, eclettica formazione promossa da Casadei Sonora, Garrincha Dischi e BPM Concerti, basata su una rivisitazione in chiave contemporanea e alternative rock del folk romagnolo

Esiste un luogo, sull’Appennino Tosco Romagnolo, che oltre a essere indicato nei comuni cartelli stradali, viene segnalato anche da decine di grandi scritte dipinte a mano con vernice bianca, che da oltre 50 anni campeggiano sui muri e lungo le principali assi stradali che dalla Romagna conducono verso Arezzo. Chiunque, almeno una volta nella vita, passando da questi luoghi ha visto quelle pennellate intrise di mistero. Indicano un luogo pensato, sognato e progettato seguendo un ideale tanto romantico, quanto pazzesco e utopistico.
Questo luogo si chiama Valdazze ed è un piccolissimo borgo nel comune di Pieve Santo Stefano, in provincia di Arezzo, a pochi chilometri dal confine con la Romagna, conosciuto dagli anni Sessanta come il Villaggio del Cantante.

Il paese, che nell’idea ambiziosa e visionaria del suo progettista, il cavalier Silvio Giorgetti, doveva diventare un luogo di villeggiatura punto di riferimento d’eccellenza per la musica italiana, non vide mai pieno compimento e si trova oggi in quasi totale abbandono. Come il suo dancing.
Al “Villaggio che fu del cantante” e a un inedito revival della sua balera è dedicato un evento esclusivo in programma sabato 26 marzo: Notte da ballo Extraliscio, una giornata culturale e musicale dedicata al sogno di Valdazze, al liscio romagnolo e al padre di questo genere, Secondo Casadei, maestro indiscusso che dagli anni Venti rivoluzionò il modo di fare musica da ballo in Italia.

Motore dell’azione sarà la carica esplosiva degli ExtraLiscio, orchestra futuristica nata da un’idea della Casadei Sonora e della label bolognese Garrincha Dischi, in collaborazione con BPM Concerti, il cui repertorio si basa su una rivisitazione in chiave contemporanea del folk romagnolo di Casadei, fra cover e brani inediti. Metti insieme una polka, una mazurka e un valzer, le rinfreschi con una buona dose di alternative rock e quello che ne esce è… un “punk da balera”, energico, entusiasmante ed irripetibile.

Sarà questa inedita band, composta dal musicista polistrumentista Mirco Mariani (Saluti da Saturno, Vinicio Capossela, Enrico Rava), e da due vere e proprie icone del folk romagnolo, Moreno Conficconi e Mauro Ferrara, ad animare la serata e a riportare ai suoi antichi splendori il dancing di Valdazze, che ospiterà per l’occasione una gara di ballo ed un concorso canoro monocanzone sul brano “Valdazze” dei Saluti da Saturno.
La band di Mirco Mariani non è stata l’unica ad avere dedicato una canzone a questo luogo leggendario: un po’ per caso e un po’ forse anche per destino, lo stesso Secondo Casadei, infatti, nell’anno 1969 scrisse insieme al nipote Raoul e incise un brano intitolato “Vieni a Valdazze” pubblicato per la Columbia su 45 giri e anche su 33 giri in una raccolta dal titolo “Rumagnoli”.

Al maggior esponente del liscio romagnolo, sabato 26 marzo, è dedicata anche una mostra che inaugura nel pomeriggio, alle 18.30: un’esposizione di foto, locandine, dischi, manifesti d’epoca, divise storiche, manoscritti e spartiti, curiosità varie sulla lunghissima storia musicale di Secondo Casadei e la sua orchestra, nonché dediche e pensieri alla sua più popolare canzone, “Romagna mia”, da parte di personaggi famosi.

Gli ExtraLiscio e il revival dei dancing della tradizione
Gli ExtraLiscio nascono nel 2015 dall’incontro fra il musicista polistrumentista Mirco Mariani (Saluti da Saturno, Vinicio Capossela, Enrico Rava) e un’icona del liscio romagnolo, Moreno Conficconi detto “Il Biondo”, vero e proprio animale da palcoscenico, che con questo genere colleziona più di 300 concerti all’anno. Insieme a loro c’è Mauro Ferrara, la voce storica di valzer, polke e mazurke, che ha contribuito a rendere famosa nel mondo la “Romagna mia” di Secondo Casadei.
La rock band futuristica si completa con Alfredo Nuti (chitarra), Daniele Marzi (batteria), Enrico Milli (tromba e fisarmonica), Michele Orvieti (orvietronics), Marco Bovi (basso) e Anna Maria Allegretti (voce).
Il loro primo disco, omonimo, è stato registrato a Bologna nel Labotron di Mirco Mariani, laboratorio unico in Italia e nel mondo, che raccoglie rari esemplari di strumenti elettromeccanici (mellotron, optigan, ondioline, primi sintetizzatori ecc…), ancora funzionanti.

“Notte da ballo Extraliscio a Valdazze” nasce dall’idea di riscoprire un luogo già caro a Secondo Casadei – spiegano gli ExtraLiscio – che qua suonò con la sua orchestra a fine anni ‘60 e che dedicò a questo luogo anche una canzone. E si inserisce in un più ampio progetto di riscoperta e valorizzazione dei dancing e delle sale da ballo della tradizione: luoghi oggi spesso dimenticati o caduti in disuso, che con il nostro ‘punk da balera’ possono tornare agli antichi splendori. E’ nostra intenzione, infatti, fare di questo evento un format ripetibile in altri contesti e occasioni”.

 

carlotta@cbcomunica.it
www.cbcomunica.it

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