45mila per la X° edizione del Festival Biblico
Quello che rimane, quando cala il sipario sulla straordinaria suite orchestrale ‘Epta’ del compositore Premio Oscar Nicola Piovani, ultimo evento in programma, è l’intensa scia di emozione che la Decima Edizione del Festival Biblico, promosso dalla Diocesi di Vicenza e dalla Società San Paolo, ha lasciato dietro di sé dopo aver parlato, attraverso una molteplicità di linguaggi, di quell’amore che di fatto è ‘La narrazione’ tra Dio e l’uomo, tema di quest’anno.
La gioia della liberazione dei sacerdoti vicentini “fidei donum” e della suora canadese rapiti in Camerun notizia arrivata proprio nel clou degli eventi della rassegna con una conferenza stampa straordinaria del Vescovo tenutasi nello Spazio Incontri del Festival o le parole di George Sporschill, gesuita che opera con i bambini di strada, che cita la Bibbia come il più grande manuale per lavorare nel sociale, o quelle del teologo Piero Coda, che vede nella Trinità il grande rapporto tra Dio, Gesù e l’uomo, tanto per citarne solo alcune, sono uno dei significativi risultati che il Festival Biblico si porta a casa, arricchito nella missione di aver avvicinato, ancora una volta e una volta in più, la Parola di Dio a tutte le persone, cristiani o meno, disposte ad ascoltare un messaggio che coinvolge.
I numeri delle presenze che, quest’anno, anche senza grandi eventi di piazza si confermano sui 45.000, con circa 200 eventi tra Vicenza, Padova, Verona e Rovigo dal 22 maggio al 2 giugno, non spiegano e non possono spiegare, da soli, il senso biblico, etico e valoriale, che il Festival cerca di esportare e narrare come pratica quotidiana lungo tutto il corso dell’anno e non solo nei giorni degli eventi. Tanti gli ospiti per questa edizione 2014 declinata in ben cinque filoni: da Gianfranco Ravasi, Antonio Spadaro e Damiano Modena a Jean Aletti, Franco Mosconi, Luciano Manicardi, Fredreric Manns, Nuria Calduc Benages, Yann redaliè, Lidia maggi, da Mauro Magatti e Silvano Petrosino a Eraldo Affinati, Derrick de Kerchove, Stefano Zamagni, da Ferruccio De Bortoli e Enzo Romeo a Gianni Riotta e Antonio Sciortino, da Don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano che lotta contro la camorra e tutti coloro che permettono la ‘terra dei fuochi’ a Angèle Lieby che ha raccontato la sua incredibile storia tra la vita e la morte, dalle scrittrici Antonia Arslan, Michela Murgia e Mariapia Veladiano a Philippe Daverio e Davide Zordan, da Nicola Piovani a Roberto Vecchioni. Grande partecipazione per le lectio magistralis, per le meditazioni mattutine, gli aperitivi biblici, gli immancabili e seguitissimi appuntamenti con Associazione Presenza Donna, con la Linfa dell’Ulivo, che ogni anno porta in Italia archeologi e storici di fama internazionale e con la rassegna cinematografica, novità di questa edizione realizzata in collaborazione con Acec sale della comunità.
“Mentre ringraziamo di cuore tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile questa decima edizione del festival – dai relatori ed artisti ospiti, al pubblico e ai volontari; dagli sponsor all’infaticabile staff organizzativo, fino ai moltissimi simpatizzanti – siamo lieti di poter dire che anche quest’anno la qualità degli eventi è stata elevata. Che la Parola biblica sia risuonata in tanti linguaggi e in tante città ci riempie il cuore di gioia spiegano i due presidenti del Festival Biblico, Roberto Tommasi e Ampelio Crema. Vedere una grande affluenza di pubblico alle Lectio Magistralis, nei momenti di confronto tra le Scritture e i molteplici aspetti della vita nella società e nelle riflessioni culturali e di dialogo degli intellettuali, ci conferma che essa ci illumina e ci interroga su temi sentiti e domande importanti, quelle che incontrano le esigenze più profonde di molte persone. Il Decennale sicuramente segna un traguardo, anche per la sperimentazione del Festival – basti pensare che, pur con risorse davvero esigue, siamo riusciti a “produrre” le Tre Meditazioni inedite di J. Bosso per la prolusione di Ravasi, ad ospitare la prima assoluta di Handel del Coro ed Orchestra Andrea Palladio, e portare, grazie ai nostri grandi sostenitori, un ragazzo di 22 anni come Gian Maria Aletti, in arte Miura, a vincere un contest musicale di qualità e a potersi presentare con un prodotto professionale al mondo della discografia e propone una ripartenza su queste linee, nell’idea di un festival che vede nella sua spina dorsale i grandi temi biblici e teologici e che incontra e abbraccia, in modo crossmediale, tutti gli aspetti di una società dove le persone sono sempre più in ricerca intorno al senso della vita personale e sociale”.
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