4 novembre. Mai più lutti, mai più guerre.
La prima guerra mondiale fu un orrendo massacro che costò, solo all’Italia, 650 mila morti e un milione di mutilati e feriti (molti di piu’ di quanti erano gli abitanti di Trento e Trieste). Il 4 novembre dovrebbe essere un giorno di lutto e di memoria. Non c’è nulla da festeggiare o celebrare. Dissociamoci da ogni retorica celebrazione di eroismo. Dissociamoci da ogni ipocrisia. Contro la retorica militarista, il 4 novembre invitiamo i cittadini ad esporre dai loro balconi le bandiere arcobaleno, a partecipare alla manifestazioni ufficiali esprimendo una voce di dissenso (con un volantino, una bandiera che sventola, un cartello appeso al collo … la Costituzione italiana garantisce a tutti i cittadini il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero: facciamolo correttamente, con educazione e civiltà, ma facciamolo!). Davanti al dramma della guerra in Afghanistan, nella quale siamo coinvolti come italiani, c’è ancora qualcuno che ha il coraggio di celebrare con una “festa” la vittoria di una guerra? C’è solo da vergognarsi, e tacere per rispetto delle vittime di tutte le guerre. L’unico vero modo per celebrare il ricordo di una guerra, è quello di impegnarsi con la nonviolenza affinchè non ci siano più guerre. Come ha detto il grande scrittore Lev Tolstoj, profeta della nonviolenza, nel capolavoro “Guerra e pace”, le guerre non si vincono, le guerre si perdono e basta. Chi volle la prima guerra mondiale fu un mascalzone Chi la festeggia oggi e’ un ignorante Dal 4 novembre rinasca il monito solenne: MAI PIU’ LA GUERRA! Sosteniamo l’impegno nonviolento dei disertori, degli obiettori di coscienza e di tutti coloro che sono impegnati nella Resistenza contro la guerra e il militarismo. Ci impegniamo oggi, ricordando che coloro che si rifiutarono di combattere venivano fucilati dai carabinieri italiani. Ricordando gli italiani pacifici che furono condotti a combattere e a morire perché costretti. Ci impegniamo oggi contro tutte le guerre in nome dei disertori che non vollero partecipare a quella che papa Benedetto XV definì “un’inutile strage”.
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