4 NOVEMBRE, L’OMAGGIO DI GROTTAFERRATA AL CENTENARIO DEL MILITE IGNOTO
IL SINDACO ANDREOTTI: “SIMBOLO DI ONORE E DIGNITA’ UMANA CHE DEVE ACCOMUNARE TUTTI GLI UOMINI E I POPOLI DELLA TERRA UNITI PER LA PACE”
Deposte le corone presso i monumenti ai caduti di piazza Cavour e Squarciarelli: il pensiero alla storica amicizia tra la città di San Nilo e Pozzuolo del Friuli
“In questa data tanto importante per la storia del nostro Paese celebriamo dunque al tempo stesso la vittoria dell’Unità Nazionale, difesa con orgoglio, onore e dignità sulla linea del Piave dai mitici “ragazzi del ‘99”.
Celebriamo le nostre Forze Armate, nella giornata a loro dedicata, riaffermiamo cioè con forza il senso di un esercito, l’Esercito, l’Aviazione e la Marina italiana impegnati su tanti fronti internazionali ma, vivaddio, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, solo in quelle che con una terminologia suggestiva vengono chiamate missioni di pace. In questo 2021, poi, ricordiamo con particolare enfasi il Milite Ignoto. Un giovane morto in guerra senza nome che con il suo sacrificio di umile gloria, malgrado tutto e perdendo la sua stessa vita che certamente non voleva perdere, sancisce il fallimento definitivo, ancorché reiterato, di ogni guerra”.
Con queste parole il sindaco di Grottaferrata, Luciano Andreotti accompagnato da rappresentanti delle forze dell’ordine, Carabinieri e Polizia Locale, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale e di tutta la Città di Grottaferrata ha preso parte alle celebrazioni comunali per la Giornata delle Forze Armate che coincide con la Festa dell’Unità Nazionale.
Come da cerimoniale, il primo cittadino, accompagnato da rappresentanti delle associazioni combattentistiche e alla presenza di alcuni assessori e consiglieri comunali ha reso il proprio omaggio presso i due monumenti che la Città di Grottaferrata ha voluto dedicare ai caduti di tutte le guerre: in piazza Cavour e presso il Parco della Rimembranza a Squarciarelli.
“Non gloria, non ‘igiene del mondo’ come beffardamente affermava la retorica futurista ma fallimento di una umanità sola, senza speranza e addirittura, in qualche caso, come quello del Milite Ignoto, senza il diritto alle lacrime, al riconoscimento di un padre e di una madre, alla pietà di un commiato affettuoso” ha riflettuto il sindaco.
“Il Milite Ignoto, dunque – ha proseguito – al quale il Consiglio comunale di Grottaferrata ha unanimemente deliberato a favore del conferimento della cittadinanza onoraria nel nostro comune, è il tributo alla tristezza che non conosce confini in ogni guerra”.
“Vale la pena coglierne il senso in questo momento storico tanto travagliato per numerose ragioni. Alla fine di un anno nel quale assieme alla memoria per i cento anni del Milite Ignoto, stiamo ponendo anche le basi, in Italia, in Europa e speriamo in tutto il mondo, di una complessa ricostruzione sociale dopo la pandemia.
Coi grandi della Terra impegnati a riflettere e alla ricerca di soluzioni già tardive per salvaguardare l’umanità futura da cataclismi climatici e da altri eventi tragici come la pandemia, dentro la quale ancora ci troviamo.
Al centro ancora una volta rimane la capacità di risvegliare alla saggezza, all’autentica natura umana, alle prospettive di futuro che senza armonia, pace, esistenze valorizzate dallo stare insieme, ben poco si potrà ottenere.
Quell’anonimo sacrificio di un giovane soldato ucciso in guerra e rimasto senza nome – ha detto ancora Andreotti – diventa una volta di più simbolo di generosità, sacrificio, altruismo. I veri valori nei quali risiede l’onore: nella riscoperta del senso più profondo e primigenio della dignità di ogni essere umano.
Così in quel feretro italiano anonimo – ha aggiunto il sindaco – trova requie e compassione l’onore e la dignità di tutti i popoli della Terra”.
“Trieste, il Friuli italiano, il milite ignoto. I valori di unità ritrovata e di pace che vincono contro la retorica della guerra, fanno ricordare a tutti e a ciascuno di noi anche la guerra vinta da Grottaferrata in quel 1918” ci ha tenuto a ricordare Andreotti.
“Anni che ci videro uniti nella solidarietà alla comunità di Pozzuolo del Friuli da dove partirono, per riparare a Grottaferrata, i ragazzi della scuola di agraria della cittadina friulana sfollati dopo lo sfondamento di Caporetto. Un’amicizia tra popoli e terre di pace che un secolo e tre anni dopo ancora resiste, salda e viva.
Vivificata se possibile ancor di più dal fischio solenne della locomotiva approdata ieri a Termini dal Friuli, ancora una volta, come cento anni fa. Questo più di ogni altro slancio retorico – ha concluso il sindaco – deve essere oggi il monito e l’obiettivo per rendere attuale e davvero vivo l’anniversario del 4 Novembre”.
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