31 dicembre 2020. Cosa rimane della “Notte senza Tempo”…?
La meraviglia di vivere rimane nel sogno, come “La notte senza tempo” virtuale di quest’anno. Eh, sì, quest’anno dopo tanti anni la tradizionale passeggiata selvaggia del 31 dicembre non potrà aver luogo, per lo meno non in natura… ma solo nel pensiero. Covid e confinamento sono riusciti ad “interrompere” una tradizione dove l’età aveva resistito. Iniziato a Calcata il rito notturno dell’affrontare l’ultima notte dell’anno, camminando in qualsiasi condizione atmosferica, ha trovato la sua nemesi. Il 31 dicembre 2020 mi trovo da solo, con me non c’è nemmeno la mia compagna Caterina, e la Notte senza Tempo avrà luogo solo nel ricordo, guardando alla finestra il verde che circonda Treia.
Ricordo, verso la metà degli anni ’80 del secolo scorso quando questa tradizione era ancora ai primordi, a quel tempo ero a Calcata, nella valle del Treja e sentivo il bisogno di portare il messaggio dell’ecologia anche in forme ludiche, nelle ricorrenze festaiole ormai consolidate, com’è appunto il Capodanno.
Così al Circolo Vegetariano pensammo di organizzare un capodanno alternativo, senza festoni né mortaretti, né brindisi, né cenoni, né luminarie… insomma una nottata all’insegna della riscoperta del nostro habitat e del tempo in cui ci si trova. E l’idea maturò in una esplorazione notturna del territorio, in qualsiasi condizione atmosferica, con la pioggia, la neve, il vento, il ghiaccio che scricchiola sotto i piedi, oppure con la luna piena, con il tepore di un focherello acceso nella notte, con le lacrime e la gioia per aver compreso il messaggio: “Siamo vivi, siamo presenti!”
Ma la Notte senza Tempo è stata anche uno scherzo, un imbroglio, un modo per attirare quelli che solitamente si fermano al guado, ma che vengono attirati dal messaggio di una nuova dimensione magica, aldilà della realtà virtuale e della società dei consumi. L’uomo ha bisogno ancora di magia di poesia di trasgressione. Ma non la trasgressione delle pasticche strizza cervelli o del sesso sbrigativo, non la magia del mago Otelma e delle figurine new age, non lo scaricamento isterico della tensione e la finta condivisione di facebook, non lo stappamento di bottiglie di champagne ammuffite dalla consuetudine…
Ci vuole una vera magia, una vera trasgressione, una vera presenza, la presenza nella natura che ci è madre, che tutti ci accomuna, la consapevolezza di essere vivi.
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