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28mo incontro di “Insieme”

28mo incontro di “Insieme”
Marzo 26
11:20 2018

Venerdì 23 marzo si è tenuto il 28mo incontro del gruppo “Insieme” sul tema: Disabilità e famiglia”. Con questo incontro siamo voluti entrare in punta di piedi e rispettosi del dolore che procura la disabilità sia direttamente (in famiglia) sia indirettamente (amici vicini e lontani).
Come quasi sempre abbiamo invitato per parlarci di questo argomento due persone estremamente competenti: per la parte laica (preponderante) la signora Letizia Strillozzi, persona conosciutissima a Velletri per i suoi concerti nella nostra cattedrale e, purtroppo, perché parte in causa diretta, ed il vice parroco di San Salvatore per la parte religiosa, don Giorgio Zaninelli.
Dopo una breve introduzione al tema di Antonio Liberati che ha indicato come questo incontro fosse stato ideato perché purtroppo la disabilità in genere tocca un po’ tutti sia direttamente che indirettamente.
A distanza di qualche giorno mi devo ricredere delle mie convinzioni perché, vista la poca affluenza di pubblico, ne devo dedurre che, a parte quei pochi, gli altri non ne sono toccati e ciò mi rallegra molto.
Tornando a noi, Letizia ci ha introdotto in questo mondo credo poco conosciuto in maniera più “intima”. Ci ha raccontato, aiutandosi con la proiezione di diapositive, attraverso la propria storia (ha un figlio autistico), che cosa succede in una famiglia quando ci accorge che il proprio figlio/a appena arrivato, non si comporta esattamente che tutti gli altri magari paragonando questi comportamenti con quelli di un altro figlio “sano” avuto in precedenza.
Che cosa succede quando arriva la conferma dalla medicina che si è in presenza di una sindrome che caratterizzerà massivamente la vita del figlio e la vita della coppia che per forza di cose sarà prima sconvolta, poi cambiata perché anche questo figlio “deve” essere aiutato e sicuramente più degli altri “sani”.
Ci ha raccontato come interagire con la famiglia di appartenenza, con il proprio gruppo di amici e con la società quotidiana nella quale si è immersi, con lo stupore, l’irritazione a volte e l’impatto a volta sconvolgente con essi dove il dolore-consapevolezza ricade spesso come un macigno sui diretti genitori che, comunque, non possono abbandonarsi allo sconforto. La vita continua, deve continuare.
Dopo il racconto della sua vita per alcuni versi sconvolgente e per altri pieni di dignitosa intima lotta con “tutti” in una società che male digerisce il “diverso”, la parola è stata data per una possibile conclusione con un’ottica religiosa a don Giorgio Zaninelli che, con un intervento mirato al tema ha voluto sottolineare la “funzione” della donna nei momenti difficili della vita. Facendo ovviamente riferimento ai passi biblici, ha ricordato che nel momento di massimo dolore “sotto” la crocifissione di Cristo sono rimaste le donne, quelle persone comunemente indicate oggi come il lato debole della coppia. Ci ha ricordato come, nei momenti meno felici, più impegnativi, più dolorosi è sempre “lei”, “il lato debole”, a sorreggere il maggior peso del dramma e solo a volte supportato parzialmente o totalmente dal marito o compagno nella vita di una coppia. (Foto Sergio).

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