Quando gli agricoltori ci insegnavano …
C’era una volta un vecchio adagio che recitava: “contadino, scarpe grosse e cervello fino”. È infatti una mossa strategica e tattica di enorme effetto: scendere in piazza al di fuori di partiti e sigle sindacali minacciando come votanti e come iscritti i relativi referenti. Purtroppo una mossa giusta ma con motivazioni sbagliate. I sussidi miliardari della Comunità Europea che vanno al comparto primario (ammonta a circa l’80%) vanno a finire nelle casse delle medie e grandi aziende agricole perché elargiti in base agli ettari di proprietà. I piccoli e piccolissimi agricoltori ricevono le briciole.
Qui scatta poi la super produzione con uso di pesticidi e coltivazioni intensive super fertilizzanti chimici. E nel meccanismo perverso del mercato libero sicuramente i contadini sono quelli meno gratificati.
Ed a rimetterci in tutto ciò sono i consumatori, ignari cittadini che mangiano veleni.
Eppure, trattori permettendo, c’è stato un tempo in cui i contadini insegnavano ambientalismo ai cittadini. Solo concimi naturali, rotazioni delle colture, riposo dei terreni, utilizzazione degli oggetti di lavoro e no per più “vite” e soprattutto, amore per il proprio lavoro e per la terra, propria o meno.
Questo era tra i tanti, Vincenzo Nicosanti.
Ci ha insegnato a rispettare la terra e difenderla.
Evviva i contadini, quelli veri.
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