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25 novembre: giornata mondiale No violenza sulle donne. Le proposte di UnWomen

Dicembre 11
17:27 2011

Sedici misure da adottare con urgenza per sradicare il fenomeno della violenza di genere di cui è vittima il 75% delle donne nel mondo: queste le proposte di Michelle Bachelet, presidente di ‘Un Women’, l’agenzia Onu per le donne, presentate in occasione della Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne celebratasi il 25 novembre. La Bachelet ha evidenziato dapprima i progressi ottenuti negli ultimi decenni – tra gli altri, 125 paesi hanno oggi leggi ad hoc che puniscono la violenza domestica, il Consiglio di sicurezza ha riconosciuto lo stupro come crimine di guerra – ma, nonostante ciò, «il mondo è ancora troppo lontano dall’aver bandito la violenza e oggi 603 milioni di donne e bambine vivono in paesi in cui la violenza dentro le mura di casa non è ancora considerata un reato», mentre sei donne su dieci hanno sofferto violenza fisica e/o sessuale nell’arco della loro vita.
«La violenza sessuale continua ad essere presente sia in tempo di pace che di guerra. Il femminicidio colpisce quotidianamente i nostri paesi, in alcuni casi nella più assoluta impunità. Oltre 60 milioni di bambine sono obbligate a contrarre matrimonio contro la loro volontà e 140 milioni di bambine e donne sono vittime di mutilazioni genitali, con tutto ciò che questo implica per la loro vita e la loro salute. Inoltre oltre 600.000 donne e bambine sono vittime di trafficanti di esseri umani, la maggior parte a fini di sfruttamento sessuale. E’giunto il momento che i governi di tutto il mondo si assumano la loro responsabilità, con azioni concrete, trasparenti e impegni inderogabili, poiché sradicare la violenza contro le donne necessità di leadership, leggi efficaci e una giustizia inequivocabile per processare i responsabili e porre fine all’impunità», ha dichiarato la Bachelet.
In concreto, la prima misura dell’agenda prevede che tutti gli stati ratifichino i trattati internazionali e regionali che proteggono i diritti delle donne e delle bambine e adottino leggi che mettano fine all’impunità e prevedano un risarcimento per i danni subiti dalle vittime. Su questa strada, l’agenda propone di creare piani d’azione nazionali, che coinvolgano sia il governo che la società civile, i mezzi di comunicazione e il settore privato, per «far sì che la giustizia sia accessibile per donne e bambine». Bisogna, inoltre, che sia garantito l’accesso universale alle necessità urgenti e immediate delle donne con linee di emergenza, interventi rapidi di sicurezza, protezione e sostegno psicologico, oltre ad assistenza giuridica gratuita.
Per questo è indispensabile anche la formazione degli operatori chiamati in campo, poliziotti, avvocati, giudici, operatori sociali, operatori sanitari, nonché mettere a disposizione risorse pubbliche adeguate. (fonte Misna)

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