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Giugno 14
07:51 2023

Panorama ‒ dal Consumismo ai giorni nostri

da Questa terra che bestemmia amore ‒ Terza e ultima parte

 

 “Panorama” si accampa davanti ai nostri occhi con tanti degli eventi, delle ragioni, degli strazi che hanno tormentato il ventesimo secolo e continuano a tormentare l’inizio del ventunesimo (Michele Tortorici)

 

 E sfilano paesaggi

Conclusa un’epoca,

racchiusa dentro

    l’albo

   delle foto.

Generazioni nuove

si affacciano alla vita

puntando avanti.

La terra pregna di fatiche

       antiche

non ha più voce

per richiamarli indietro.

I padri ammutoliscono

     sconfitti.

Si parte per il nord,

con l’organetto in tasca

e una valigia

che non pesa niente.

 

Il treno corre

e sfilano paesaggi.

 

Una cartolina

Resiste il fico

accanto alla fontana,

la vite di moscato

     lungo il viale,

il prugno fra il roseto

ingarbugliato.

Nell’orto la gramigna

spadroneggia,

i rampicanti corrodono

la casa.

Le anziane

sfilano in un canto

     la corona,

gli uomini curvi

con la chioma bianca

prendono il sole

con le spalle al muro.

 

Aspettano pazienti

una cartolina.

 

Una storia inventata

Il tempo prende a correre

impazzito.

Si sale e non si scende

     dal circuito.

Robotizzate le case

splendono inodori.

Le donne

escono presto per andare in fabbrica

     vestite casual

un peso qui,

    dove il cuore batte,

per i figli lasciati in altre mani.

 

Stasera racconteranno loro

una storia inventata.

 

Come fuochi fatui

Risuona l’Italia di clacson festosi.

Sorpassi si susseguono ai sorpassi,

lo status symbol il traguardo ambito.

La Dolce vita è un urlo di rivalsa

che spacca il tempo fra prima e dopo

                                              il boom.

Il progresso lanciato come un bolide

lascia indietro chi non si mette

                                              al passo.

I vecchi ammoniscono fra i denti

contro i rischi della modernità,

ma li zittisce il rombo dei Costellation

che seguono le rotte intercontinentali.

 

Tremano le lucciole residue

come fuochi fatui.

 

Come si allevano i polli in batteria

Rito di massa il camping

nel weekend.

Si parte per tornare

    ricaricati

    a molla.

Produrre e consumare

il nuovo ordinamento.

Tornare nel proprio appartamento

     con doppio bagno

     e salone ampio,

e un condominio severo

da caserma:

nel cortile non si gioca

    a palla,

nei giorni festivi sosta vietata

a cani e bambini.

I pesciolini rossi

    nell’acquario

girano in tondo annoiati e sazi.

 

Fanno vedere alla televisione

come si allevano i polli in batteria.

 

Spauracchi per i merli

Strepiti di guerra

scuotono il pianeta,

ritornello ossessivo

la conta dei morti.

Nebbia tossica e droga

avvelenano la vita,

spengono ideali.

Abbandonato ogni credo

s’insegue la via cosmica.

 

Le bandiere lacere dei padri

spauracchi per i merli.

 

Ubriacano i sensi

Filosofia dell’arte

e della scienza

impegna menti

    eccelse.

Scientismo e coscienza

quiproquò insolubile.

Banditori di fedi

battono all’asta epifanie.

Taoismo

mantra  e màntica

scacciano croci e chiodi.

Tattoos

colorano ferite,

l’apatia narcotizza

    la vita.

Oscillano i padri

fra legge divina

     e naturale.

 

Monodie e polifonie

ubriacano i sensi.

 

Stridenti nel cervello

Sgombro il cielo

di cervi e tappeti

    volanti.

Indiani metropolitani

infilano perline

agli angoli delle vie

sognando il villaggio

ai piedi di Huando.

Il collettivo jazz

improvvisa poliritmie

dal gusto forte

   negro-americano.

 

Disarmonie inspiegabili

stridenti nel cervello.

 

Navigando su Internet

“Era bello il mio ragazzo

col vestito della festa…”

batte in testa una canzone

e una pena

    disumana.

Alienati dalla vita,

paradiso artificiale

annebbiato di diossina,

ci si slaccia la cintura

per un salto

    di corsia

che non fa la differenza

e non dà nessuna

    prova

della propria autonomia.

 

Si evade da pirati

navigando su Internet.

 

Speranze coltivate in laboratorio

Pittogrammi

    falciano

campi di grano.

Coincidenze esoteriche

impegnano

astrologi e occultisti,

simbolismi

e alchimia

appassionano

sensitivi e profeti.

   In altro campo

bionici progettano

organi

    viventi,

l’ingegneria genetica

scombina corredi.

Ibrido d’innesto

produce mele

    nere.

 

Fecondazione in vitro

speranze coltivate in laboratorio.

 

Vuota la cassetta della posta

Si attende la venuta degli

    alieni

come allora il messia.

Avverso al proprio simile

l’uomo congettura stellari

      alleanze,

approdi in remoti lidi.

Intanto chatta

e scrive sulla sabbia.

 

La mailbox intasata,

vuota la cassetta della posta.

 

Senza vele e porto

La pop art trasforma in messaggi

   la ferraglia

e spara a mitraglia

ammonimenti impliciti.

Musica pop si diffonde

    e prospera

col suo linguaggio giovane

e ribelle.

Toccata e fuga

la messa a fuoco

di brancolamenti

fra mulini a vento

   e reali impellenze.

Mutanti senza antenne

    e cosmonave

appesi per il collo

a una chimera,

i piedi appena poggiati

sulla terra,

dondolanti come marionette,

i fili consunti dall’usura,

si attende il momento di cadere

per capire se è vero

che dopo ci sarà la risalita.

 

Intanto si viaggia con la luce

senza vele e porto.

 

Oltre la soglia di rischio

Allucinazioni proiettate

dalle menti isolate

      combattute

con antidepressivi,

onirici messaggi

sottoposti a analisi.

Soggetti bordeline

studiati al microscopio

   come funghi,

nessuno che li guardi mai

   negli occhi.

L’accidia si dipinge

   sulle facce

con il colore itterico

e le sue pieghe amare.

 

S’alzano i valori del sangue

oltre la soglia di rischio.

 

Come moscerini

Chiusi i confessionali,

si cercano invano

   assoluzioni.

Sel-help

lanciati da parete

   a parete

rimbalzano nel cranio

fatto vuoto.

Strette negli alveari

famiglie nucleari

tessono legami

    doppi.

La fobia dei ragni

rattrappisce i nervi.

Il male oscuro

    teorema conturbante

    senza assiomi.

Insofferente,

il gatto di casa

si lucida gli artigli.

Sotto la cappamagna

volano basso

i pensieri

come rondini

a sera.

 

Voli low cost

fitti come moscerini.

 

Contro l’orrore delle stragi quotidiane

Si gratta e non si vince.

L’azzardo è tutto nel gioco

della lotteria.

Slot machines abbaglianti

   piovre.

Grandi discorsi di etica

e morale,

eutanasia

clonazione

diritti umani,

chiacchiere sconnesse

da salotto,

rovello tormentoso

senza uscita.

Fanno share

gli specialisti delle varie

    branche

gettati a corpo morto

nella zuffa.

 

Shopping terapia

contro l’orrore delle stragi quotidiane.

 

L’impotenza d’amare

Neonati abbandonati

miagolano come gattini ciechi,

piccoli rom arsi nei container

sfiammano scintille crepitanti.

Trans e clandestini

materia prima

per una caccia grossa.

La città non tollera miserie,

ai margini respinge ogni bruttura.

Nelle baracche sature di radon

si beve acqua all’arsenico e vino

   al metanolo,

si suda nelle brande

   nude

il raccapriccio di esistere.

 

Si consuma sotto i ponti

l’impotenza d’amare.

 

Cercando un nido e una pozza

Guerre a coltello

fra le mura di casa,

per le strade

i vicoli

i quartieri.

Lo stupro missione giornaliera.

Aids e Hiv

danzanti maschere

di un macabro Halloween.

In un retromondo popolato

di incubi

si urla a labbra strette

lo sgomento.

Scorre il fango dai fianchi

delle montagne glabre,

si asciugano le vene d’acqua

succhiate a dismisura.

 

Pigolano gli uccelli

cercando un nido e una pozza.

 

La bibbia rilegata in cuoio

Arredi d’ambientazione

hawaiana

rivestono le case

di fioriture abnormi.

Aria viziata

d’incensi e spezie,

luce fluorescente,

porte e finestre a chiusura

stagna,

insonorizzate le pareti.

Souvenir viventi

condividono spazi, 

il pitone srotola pigro

le sue spire

sul parquet incerato,

l’iguana

immobile sul ramo

socchiude maestosa le palpebre

sul suo sguardo verde,

la scimmietta fa il verso

al pappagallo.

Nella vasca piranhas

divorano tigri di carta.

L’Ecce homo di Nietzsche

aperto alla prima pagina

   del prologo

mostra evidenziato in rosso:

Rovesciare gli idoli.

 

Troneggia sul leggio

la bibbia rilegata in cuoio.

 

Bocconi che sembrano rubati

Dove sono finiti i ladri

di fiori,

la guerra delle arance,

i gelsi e le libellule?

Dove sono finite le preghiere

sgorgate dai cuori  semplici

e puri,

il  grazie alla Natura per il grato

sapore

del pane spezzato?

 

Amaramente si portano alla bocca

bocconi che sembrano rubati.

 

Invocano i saggi l’uragano

Rettili sotto spirito

aironi imbalsamati

bozzoli secchi

farfalle sfarinate,

soggetti per disegni

    di scolari.

Si specchiano i cieli in occhi

   tumefatti,

ristagnano i fiumi nei canneti.

 

Pioggia acida scotta colture,

invocano i saggi l’uragano.

 

Questa terra che bestemmia amore

Ancora e sempre una possibilità per un sogno di pace:

 

Immagine di Carla Nico

TELLUS folio

Non è dunque nel contesto del presente che Maria Lanciotti “sente” una speranza, ma in un “futuro” che è una proiezione filosofica più che politica o storica. La sua speranza sta cioè nella potenzialità catartica e imprevedibile della vita e della natura che ogni giorno rinascendo, si rigenera, ribellandosi, in qualche modo, ai pronostici infausti del nichilismo in cui siamo invischiati. (Leonardo Ciocca)

da Questa terra che bestemmia amore  Edilet 2009, raccolta poetica suddivisa in tre sezioni ‒ Fotogrammi, Campo Lungo, Panorama ‒  che trae ispirazione dalle immagini fotografiche di Tarquinio Minotti.

 

 

 

 

 

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