Hard times (appunti disagevoli)
Città, cittadini
L’ordinaria manutenzione di aiuole e strade comunali, quando c’è, fa notizia. Straordinaria.
Tutti vogliono abolire le antenne, i ripetitori. Appena ‘non prende’ il telefono o non funziona il collegamento tv prescelto, subito proteste al gestore o cambio gestore. Come se ogni gestore, poi, avesse proprie antenne e ripetitori.
Cittadini aborrono le condizioni dell’ambiente circostante. Nottetempo vanno a scaricare le risulte dei lavori casalinghi in mezzo a strade e parchi. Perché non in discarica non si capisce.
L’albero, per altro amatissimo, in primavera, proprio quando ha le gemme, viene ridotto come un attaccapanni, altrimenti è pericoloso. Lo fanno le amministrazioni e i privati, un tratto d’ignoranza in comune.
Si percorrono le strisce pedonali come fossero un tappeto rosso: lentamente, anche chi non ha problemi di deambulazione. Non esiste senso civico, regola condivisa, che suggerisca un comportamento sempre attento alle necessità comuni di rapidità, sicurezza, accortezza. L’urbanità finisce col ‘buona giornata’ ‘buona serata’ lanciati come imperativi che sembrano liquidare l’altro più che salutarlo.
Ambiente
L’Europa stanzia fondi per piantare alberi ma l’Italia ha piantato più semi che alberi adulti. Il seme ha bisogno di cure per crescere e spesso le pubbliche amministrazioni, quando non piantano semi in luogo di alberi, spendono per acquistare un albero senza prevedere fondi per le cure colturali, per farlo sopravvivere finché non è autosufficiente, il risultato sono tanti piccoli alberi morti in piedi, morti di sete. Negli annunci indiscriminati su quanti milioni di alberi si sarebbero piantati si è dimenticato di cercare questi ‘milioni’ di alberi da mettere a dimora, numeri non disponibili nei vivai italiani.
Esiste un ‘consumismo’ delle piante: come piantarle perché sono carine senza pensare al loro futuro, tanto se non sopravvive ne metto un’altra. Gettando la pianta, la plastica che la conteneva, etc. etc…
Con questi numeri sul pianeta, 8 miliardi circa di abitanti, con un’impronta ecologica notevole ciascuno seppure in quantità e modi diversi, non si può pensare di tornare indietro. Ma andare avanti più sensatamente sì, peccato che i ‘sistemi’ che viviamo, sono quasi solo produttivi. Il concetto di produzioni necessarie e superflue non è universalmente condiviso. Gli orologi ed i calendari del pianeta, inoltre, viaggiano fra ere e situazioni molto diverse.
Esempi
Scarseggiano le figure di riferimento cui guardare per il buon esempio. Complice anche la macchina ‘social’ che nel caso in cui non scovi comportamenti o dichiarazioni sconvenienti da accollare ai malcapitati di turno, li fabbrica (come nella vecchia regola del pettegolezzo: se non sanno niente di te inventano). Si salvano poche figure, perlopiù storiche.
Le rappresentazioni sacre, anche tradizionali, non riescono più ad essere centrali nella vita delle cittadine castellane ma vengono trattate come se lo fossero, con estremo disagio per tutti.
Il tarlo dell’indifferenza reciproca erode vita comune, civica, politica. Non si sa perché dovrebbe resistere l’ammirazione dell’altrui portamento, potere o bellezza, agognati più che mai, e invidiati, ma anche questi ignorati, alla fine, con ostentazione. L’altro è altro e basta. Qualcuno che non è ‘io’. I venti di guerra raccontano questa tragicità, questi osceni personalismi d’ogni latitudine e l’impotenza malvagia del capitale. La solitudine ‘sociale’ racconta questa tragicità anche a chi apparentemente non è in guerra.
Animali
I piccoli animali da compagnia sono sempre più amati. Piccoli contraltari d’affetto a ciò che sfugge, che non può essere trattenuto, che si ribella sempre a parole. Non mettono in forse il concetto di possesso, di gratitudine, di empatia. La loro innocenza istintiva strappa un sorriso. Le loro furbizie spontanee anche.
Futuro
A differenza di precedenti gioventù, studiose e artistiche ma dedite anche alla ricerca della trasgressione, molti ragazzi oggi cercano con forza la disciplina del corpo, che incrementerebbe anche la disciplina dello spirito, senza le quali si sentirebbero persi. Vorrebbero contrastare, in tal modo, quella condizione che porta molti loro coetanei ad abbandonare gli studi e la ricerca di lavoro o di esperienze formative fra le più varie fuori della propria abitazione, coloro che praticherebbero una forma di rinuncia verso un mondo indifferente che si rifiutano di incontrare. (Serena Grizi)
“Per studiare le leggi della storia dobbiamo sostituire completamente l’oggetto della nostra indagine, lasciare in pace i re, i ministri e i generali, e studiare quegli elementi omogenei e infinitesimali che condizionano il comportamento delle masse.” L. Tolstoj
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