“E se Dante intendeva altro?”, di Aldo Onorati
La voce dissonante di Aldo Onorati in materia di critica dantesca è già nota a chi abbia avuto modo di imbattersi negli ultimi contributi di lui pubblicati dalla Società Editrice Dante Alighieri, tra cui, per esempio, “Dante e gli omosessuali nella Commedia”, “S. Francesco e San Tommaso visti da Dante: una rivisitazione problematica” e “Notturni”.
In questa sua ultima fatica in ordine di tempo, però, le questioni affrontate sono indagate in modo, per così dire, più pregnante, acuto e articolato, nel senso che l’Autore non ha inteso rivedere singoli temi già trattati, ma esaminarli e arricchirli con uno sguardo più vasto, che spazia su alcuni dei problemi più dibattuti tra gli esegeti di Dante. Tra i quali, tuttavia, alcuni ne accennano appena, altri vi si soffermano quel tanto che basta a instillare un interrogativo nel lettore curioso lasciandolo poi sospeso, altri ancora sembrano ritenerli ormai assodati e risolti e ne accettano la vulgata più diffusa e accreditata dalla critica ufficiale. Temi quali le suggestive e nuove ipotesi sul Veltro, o sulla presenza e l’alta considerazione che Dante mostra verso la donna, riconoscendole una posizione, una capacità di autonome scelte e di espressione della propria volontà – unica ai tempi del poeta; o questioni relative all’identificazione di ‘colui che fece per viltade il gran rifiuto’, non in Celestino V, ma in Ponzio Pilato (di cui Onorati fornisce originale e documentata confutazione della prima ipotesi a favore della seconda): ecco, di questi problemi Aldo Onorati si occupa col consueto, puntiglioso piglio di chi padroneggia molto bene la materia dantesca. Oltretutto, senza l’abituale prosopopea e lo stile aulico, spesso ostico ai più, della critica accademica, che spesso discosta il grande pubblico piuttosto che affascinarlo e accompagnarlo con umiltà, ma anche con la capacità di stupire, dentro l’avvincente ‘casa’ della poesia dantesca.
Aldo Onorati, invece, in questo saggio, nel quale dà fondo non solo alle sue ampie conoscenze su Dante, ma fornisce anche nuove prospettive di comprensione di personaggi e passi finora dati per acquisiti una volta per tutte, riesce a conciliare un’esegesi dantesca rigorosa con uno stile vivace, brillante, che non rifugge nemmeno da un lessico a volte quotidiano, in grado di accostare piacevolmente sia il lettore colto sia chi voglia avvicinarsi a Dante senza quel timore reverenziale, che spesso scoraggia il fruitore medio.
Qui sta, per l’appunto, il pregio maggiore del lavoro di Aldo Onorati: muoversi con sicurezza e documentata preparazione sul testo dantesco e fornire, nel contempo, con un periodare coinvolgente punti di vista diversi e affascinanti, per calarsi nella profondità sempre nuova ad ogni lettura della poesia del maggiore dei nostri poeti.
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento