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MAGICA ATMOSFERA PARTENOPEA AL TEATRO CIVICO DI ROCCA DI PAPA

Platea d’élite ieri sera, 4 marzo,  al Teatro Civico di Rocca di Papa: numerosi gli spettatori, interessati, silenziosi, empatici  con chi sul palcoscenico offriva con voce, corpo, espressività, mimica quanto di meglio potesse essere avvolto dalle note,  connesso all’atmosfera di una città che della musica fa essenza legata alla salsedine, alla storia, all’essere vivi, originali  e creativi: Napoli.

Il monologo Manca solo Mozart, uno spettacolo portato in scena da un eclettico Marco Simeoli è nato da un’idea scaturita dalla sua storia familiare legata al negozio del nonno “Musica Simeoli”  nato negli anni Venti al Vomero e presto trasferito di fronte allo storico Conservatorio San Pietro a Majella, dove è ancora oggi.

Ascoltare le storie di chi ci ha preceduti arricchisce la nostra esperienza, ci lega al passato, fa rivivere la vita di chi prima di noi ha creato memoria e il nostro protagonista, grazie ai ricordi – fatti anche di documenti, carte, spartiti ritrovati – ha fatto sì che uno spaccato di un secolo a Napoli e in Italia venisse condensato sul palcoscenico,  in uno spettacolo che ha fatto vivere e sognare i presenti  attraverso il tempo.

Scritto e diretto da Antonio Grosso, durante il monologo l’attore ha fatto sì che  il negozio di musica  si materializzasse sulla scena, facendo rivivere presenze importanti che là hanno cercato spartiti, curiosando tra libretti d’opera e dischi: Stravinsky, di passaggio per Napoli, il maestro Muti che studiava al Conservatorio di fronte, Sergio Bruni, Carosone, Daniele Senese e prima ancora da E. A. Mario – paroliere e compositore italiano, autore di numerose canzoni di grande successo, come La canzone del Piave e la Tammurriata nera –  a Matilde Serao, da Libero Bovio a  Ferdinando Russo…

Racconta  l’attore  che al nonno Salvator, e il Professor Rossomandi non avendo figli,  lasciò in eredità tutta la tradizione della musica e del negozio, compreso il  metodo per pianoforte edito da Simeoli stesso…

Ed ecco che dalla voce e dalla straordinaria, versatile interpretazione  – Marco Simeoli viene dalla prestigiosa scuola di recitazione di Gigi Proietti  –  si rivivono gli anni della Bella Époque e delle carrozze sul lungomare, quelli bui della Seconda Guerra Mondiale fino alla rinascita e poi al boom economico degli anni Sessanta. Si arriva al periodo della speculazione edilizia, al colera che mette in ginocchio la città, alla grande illusione degli anni Ottanta segnati in maniera indelebile e meravigliosa da Maradona, Troisi e Pino Daniele. Fatti e fattacci anche divertenti seppur conditi da un pizzico di malinconia quella che solo la musica è capace  di dare…

Uno spettacolo avvolto in una napoletanità che non è solo riservata all’espressività dialettica partenopea, ma avvolge gli spettatori  in un coinvolgente amore per le origini, la propria storia familiare, alternando comicità e realtà che con il comico poco hanno a che fare, situazioni ed esperienze che ben descrivono realtà attraverso  le quali la vita ci mette alla prova.

Caldi e spontanei gli applausi finali per questo spettacolo ch’è stato seguito e vissuto dal pubblico in religioso silenzio… la ciliegina sulla torta, la mette proprio lo stesso Simeoli quando, ringraziando condivide con tutti noi una notizia che ci fa onore: lo spettacolo appena visto parteciperà al Festival del Teatro italiano a New York…

L’universalità della commedia italiana profumata con le arie vesuviane sarà un nostro biglietto da visita nella realtà d’oltreoceano e farà rivivere commozioni e ricordi a tutti coloro che agli inizi del secolo scorso s’imbarcarono sui bastimenti in cerca di fortuna…

Emozione  e commozione … anche questo è teatro!