Dai Monti azzurri ai Monti verdi
. Nella piazzetta Cassera di Treia, il 9 agosto 2022, Lucia Tancredi ha narrato storie da “Hortus conclusus: racconti dal chiostro”, con accompagnamento vocale e musicale di Serena Abrami. La “location” offerta dal Comune era il luogo più indicato per garantire intimità, la piazzetta Cassera è in realtà una sorta di terrazza che da un lato sovrasta la porta principale di Treia e dall’altro sfocia nella piazza “più bella”, quella coniugata con il cielo e decantata da Dolores Prato nel suo celebre “Giù la piazza non c’è nessuno”.
In realtà il 9 agosto in piazza della Repubblica di gente ce n’era, e tanta, riunita sotto il mercato coperto per una cena di addio a don Manuel Ornelas, coadiutore parrocchiale, che parte in missione. Don Francisco Parraga, appena rientrato da una missione, si prevede diventerà il nuovo parroco, così ha deciso il vescovo di Macerata, Marconi. Ma non è di questo che volevo parlare bensì dell’atmosfera magica vissuta sulla piazzetta Cassera.
Atmosfera ventosa e frizzante, tanto che gli astanti (massimamente donne) hanno goduto della prima frescura autunnale. Le più esposte al refolo, a momenti fastidioso, anche per i leggeri abiti di scena indossati, sono state le due protagoniste che si rivolgevano al pubblico. Un pubblico attento ed elegante, adatto alle grandi occasioni culturali.
La manifestazione è iniziata con un leggero ritardo in attesa del “padrone di casa”, il sindaco Franco Capponi, il quale si è fatto perdonare stringendo al massimo il suo intervento e lasciando parlare le operatrici.
Sostanzialmente la performance verteva sulla riscoperta di un mondo e di una cultura al femminile che cerca le sue origini e la sua realizzazione. Partendo dal “matrismo” originario, passando dalla funzione materna e muliebre sino all’esperienza del gineceo ed infine del chiostro. La fine dicitrice ed autrice, Lucia Tancredi, ha guidato questo excursus attraverso la lettura di vari brani tratti da libri che glorificano le donne mostrandole senza veli o completamente velate. Spostandosi dai riti dionisiaci al silenzio del convento. Donne sole o accompagnate ma piene di vita e di consapevolezza.
Le figure centrali evocate durante la narrazione sono state ovviamente la nostra Dolores Prato e Ildegarda di Bingen, raffigurata con enfasi in un disegno appeso al muro, in un momento di realizzazione spirituale.
A dare significato evocativo allo spettacolo ha contribuito la voce e la musica di Serena Abrami, che ha mantenuta alta l’attenzione del pubblico alleggerendo la tensione psichica di alcuni momenti cogenti.
Beh, è stato un piacere appurare che, dopo la baldoria dei giorni scorsi, a Treia sia tornata la Cultura (con la C maiuscola).
l’autrice del dipinto è Paola Folicaldi Suh
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