Le foglie d’autunno Ingiallite dalla devastazione Lenta del tempo Come sottile malinconia Avvolta da silenzio e tristezza Ricordi immemorabili Di paesaggi non scalfiti
Dolcezza dei languori, voluttà sensuale d’una malinconia infinita e mistica. Nostalgia di sensazioni arcane che vagano sui ricordi di tratti del passato: danzano dolci le ombre evanescenti e fluide, nel
Sto Qui Dentro Ma viva’ sembro ferma’ come sasso, Me sedimento. Sto qui dentro, segreta nella nicchia, al sicuro, essere vivente m’avviluppo come ‘paguro” ‘che risuona all’esterno ed espande la
Alla metà del giorno quando dee e ninfe scendono nei fiumi visitano le fonti a lavare i loro corpi come in sogno mille forme in una appaiono un istante e
Cos’è che rende mai e sempre vana locuzione che alimenta il senso della malinconia riduce la passione di seguir nella via Come impedire che il mondo gagliardo esista ed io
C’è epifania e racconto costante nel saliscendi di vallette colme di alberi e luce azzurra che attraverso sola un’ora dopo il mezzogiorno È dicembre ma mi ricorda Estate In questa
Ogni volta quand’entro in una camera d’albergo si aprono angoli, nidi di stoffe e colori, luci si accendono che non conosco, e il mondo, intero, rinasce di nuovo. Vergine e
Persona di silenti silenzi s’affaccia al buio d’ognuno confine di sazietà e d’angosce dell’occhio ch’uccide
La strada è aperta ed io sono insoddisfatto includendo l’incertezza di aver perduto un istante, forse una vita, dal quale il mio orgoglio non ne potrà più fuggire. Miasmi, luce
Autunno, vita che se ne va, morte che arriva. Porta sull’eterno, e sull’infinito. Stagione di sofferenze, e di vendette, ma ti fa maturare, e ti trasforma in uomo.
Ci sono giorni e giorni e taluni non ti sopporto, altri mi venderei l’anima per sentirti madre, come la terra, e respirare sul tuo ventre, promontorio dove tutto sembrerebbe meno
Vecchio borgo, ricordo di antichi rumori, angolo di paese che canti le tue storie. Strani rumori dei nostri giorni, una
Essere senza nome Tornare com’ero Anam Seguire sentieri di leggi divine Calcare orme solo mie Tracce di saggezza Errori
La morte ti ha regalato il volto di Nefertiti nobile e asciutto Volevi barattarlo con la tua risata sana la
qualche volta mi privo di sensi, rotolando mi allungo nell’intercapedine ( affranti di pori ) e poi e dopo poi
Svesto il cuore dal rivestimento ponendo là in angolo il battito di ciglia a ripiego di fatti intransigenti, corporei appunti.
Memoria informe di ristoro al canto che diapason oscilla di gioia di Me
Passeggio nella memoria antica di Praeneste, con garbo e tanto zelo. Che tramonto, verso gli Albani, verso Roma Sento da
Crisalide d’uomo, avvolto mi sono nel sudario intessuto dalla mia malinconia. Contemplo l’istante in cui l’Assoluto col Nulla s’identifica. E
Kasparov disse una volta che ‘Gli scacchi sono lo sport più violento che esista’. Se trovate questa affermazione esagerata significa
Siamo nel cuore degli anni Settanta, un’epoca indelebile che l’autore, già affermato manager nel campo editoriale, riesce ancora a trasmetterci
‘Non è profondità se non nella leggerezza’, un pensiero di Montale citato ne La maschera e il vuoto di Rosalma
Infilata la chiave nella toppa, mi sembra di sentire qualcuno dentro: le vocette dei bambini dentro, la grande stizzosa e
La Società Dalmata di Storia Patria (Via Fratelli Reiss Romoli, 19 – 00143 Roma) sta compiendo una ricerca storica riguardante
I Testimoni di Geova di Genzano In Italia sono circa 235.000, il doppio se si considerano non solo i proclamatori
Il grande, forte e conosciuto come il nuotatore dalle pinne naturali (n52 di piede) lascia il nuoto. La notizia, che
l nostro viaggio tra parole e locuzioni latine è ancora molto lungo e, questo mese, ci soffermeremo su alcune parole
Non si tratta degli auspici tratti dall’osservazione del volo degli uccelli, cui si rivolgevano gli antichi Romani per trarre presagi
Alcune sono facilmente reperibili in commercio in questo periodo, come l’abete, l’agrifoglio, le stelle di Natale. Altre sono più difficilmente