AGENDA 2030 GOAL 6: ACQUA PULITA E SERVIZI IGIENICO – SANITARI
l’Italia è il Paese europeo che presenta il maggior prelievo di acqua potabile con 419 litri/giorno per abitante (2018-2019), corrispondenti a consumi di 237 litri/giorno per abitante, dati i tassi di perdite medie prossime al 40%. A tal proposito è opportuno ricordare che, secondo i dati dell’Istituto di Ricerca Sulle Acque (IRSA), l’Italia si posiziona al quinto posto in Europa, dopo Austria, Svezia, Irlanda e Ungheria, per la qualità dell’acqua del rubinetto ma, nonostante la buona performance, il 29% delle famiglie italiane non si fida a berla e il 45% reputa più sicura l’acqua in bottiglia.
Il 22 marzo è la giornata annuale delle Nazioni Unite a sostegno del raggiungimento dell’Obiettivo 6 di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, “Acqua e servizi igienico-sanitari per tutti”: un’occasione fondamentale di incontro e di confronto sulla crisi globale dell’acqua e gli impatti di cambiamenti climatici e ambientali senza precedenti. Quest’anno ricorre in piena pandemia Covid-19, e tutti conosciamo il valore di potersi lavare le mani.
Poter contare nell’attuale fase prolungata di emergenza su acqua sicura per servizi essenziali – legati non solo all’approvvigionamento idro-potabile di famiglie e comunità, ma anche all’igiene personale (lavarsi le mani resta una misura essenziale di prevenzione primaria per il controllo della trasmissione del Sars-Cov-19), delle strutture ospedaliere e degli ambienti domestici – assicura un presidio sanitario senza il quale la crisi assumerebbe un’ancor più drammatica gravità.
Di seguito una lista di 10 fatti sull’acqua stilata dalla Thomson Reuters Foundation, a partire dal rapporto ONU World Water Development Report 2021 e da dati della World Meteorological Organization e di UNICEF, ripresa da RaiNews, su come le comunità più vulnerabili del pianeta lottino per accedervi mentre la crescente domanda e il riscaldamento globale aumentano il rischio di una sempre minore possibilità di approvvigionamento.
1) 4 persone su 10 in tutto il mondo non hanno abbastanza acqua potabile. Entro il 2050, più della metà della popolazione globale dovrà affrontare lo stress idrico, che si verifica quando la domanda supera le risorse idriche disponibili.
2) Più di 2 miliardi di persone vivono in Paesi che già sperimentano lo stress idrico, e si stima che 4 miliardi di persone vivano in aree che soffrono di grave scarsità d’acqua per almeno un mese all’anno.
3) Un bambino su cinque in tutto il mondo non ha abbastanza acqua per soddisfare i suoi bisogni quotidiani, e i bambini in più di 80 Paesi vivono in aree ad alta vulnerabilità idrica, il che significa che dipendono dall’acqua di superficie, da fonti non migliorate o da acqua che richiede più di 30 minuti per essere raccolta.
4) La maggior parte di questi bambini vivono in Africa orientale e meridionale, con il 58% che ogni giorno ha difficoltà ad accedere a una quantità sufficiente di acqua.
5) 2 persone su 5 in tutto il mondo, ovvero 3 miliardi, non hanno in casa un impianto per lavarsi con acqua e sapone, di queste, quasi tre quarti, vive nei Paesi più poveri.
6) Fornire l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici in 140 Paesi a basso e medio reddito costerebbe 114 miliardi di dollari all’anno, mentre i benefici sociali ed economici dell’accesso all’acqua potabile sono molti anche se difficili da valutare immediatamente in termini economici.
7) L’uso globale dell’acqua dolce è aumentato di sei volte negli ultimi 100 anni e continua a crescere ad un tasso di circa l’1% all’anno dagli anni ’80.
8) L’agricoltura rappresenta quasi il 70% del consumo globale di acqua, principalmente per l’irrigazione ma anche per l’allevamento e l’acquacoltura. Il rapporto può arrivare fino al 95% in alcuni Paesi in via di sviluppo.
9) Il cambiamento climatico sta alterando i modelli delle precipitazioni, riducendo la disponibilità di acqua e peggiorando i danni causati da inondazioni e siccità in tutto il mondo.
10) Lo scioglimento della calotta glaciale e dei ghiacciai sta portando da un lato a maggiori rischi idrogeologici come le inondazioni improvvise, e dall’altro minaccia di ridurre in futuro la fornitura d’acqua per centinaia di milioni di persone.
Pensiamoci quando cerchiamo di imitare i giardini inglesi irrigando prati che ingiallirebbero in pochi giorni.
Propongo di pubblicare in maniera ciclica, articoli come questo per ogni obbiettivo con gli aggiornamenti. Sperando che ci sia una presa di coscienza.
Ringrazio il vostro giornale e l’autore dell’articolo, esprimendo ad entrambi i complimenti.