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1947 – 2017. 70 anni dalla mostra Triennale

1947 – 2017. 70 anni dalla mostra Triennale
Febbraio 14
08:03 2017

1947 – 2017 70 anni dalla mostra Triennale
“TROVAI UNA SCUOLA DI MACERIE”
Marcello De Rossi con questa frase ha sempre iniziato a raccontare la sua esperienza alla guida della Juana Romani. Si tratta del capitolo più importante della storia della scuola, tanta su la passione e i sacrifici che nel 1947 fu presentata alla città la prima mostra del dopoguerra, era il ritorno della scuola al suo ruolo di fucina di giovani artigiani

Dall’ 8 Settembre 1943 al 2 Giugno 1944, Velletri si trova nel mezzo delle operazioni belliche per la liberazione di Roma. Sono dieci mesi che muteranno la gloriosa storia della città e della scuola. La bella Velletri fiera del suo glorioso passato con le sue stupende testimonianze rinascimentali – barocche viene ferita per la prima volta dalle bombe “amiche” l’ 8 Settembre 1943. Ad essere colpita la zona sud Piazza Mazzini, i vicoli circostanti e la chiesa cattedrale. Inizia così un lungo calvario che segnerà per sempre la popolazione mutando il volto urbanistico del centro storico. Nel mese di Gennaio del 1944, a causa della sua vicinanza a Roma Velletri subisce tutte le operazioni di copertura dello sbarco di Anzio ed è in prima linea dopo nella battaglia per la capitale. Il 22 Gennaio 1944 un cruento bombardamento di una mattinata, riduce il centro storico in macerie seminando morte e distruzione. Alla fine delle ostilità il 2 Giugno 1944, Velletri era irriconoscibile, ma la voglia di rinascere era tanta. La Juana Romani, grazie al suo presidente Felice Remiddi, fu la prima scuola ripartire. Questo avvenne a Roma in locali messi a disposizione dal Ministero, dove Livio Rondoni e Marcello De Rossi fecero ripartire le attività didattiche. Nel mese di Ottobre del 1944 la scuola torna da Roma ma la sede di Via Luigi Novelli era totalmente inservibile, delle attrezzature neanche un chiodo le assi del pavimento divelte per farne delle bare. Il Presidente apre l’anno scolastico 1944/45 insieme ad alcuni insegnanti che non avevano incarichi ufficiali ma volentieri si prodigarono per la ripresa delle lezioni con attrezzature di fortuna e un martello avuto in prestito in un solo grande ambiente adibito ad aula scolastica. Nel mese di Novembre del 1944, si manifesta la necessità di provvedere alla direzione della scuola, in quanto Enzo Dazzi come scrive in una lettera Felice Remiddi: “continua ad essere assente dal 20 Gennaio 1944 e continua a disinteressarsi della scuola” Sempre Remiddi nella stessa lettera dice che ha intenzione di affidare la direzione al giovane insegnante Marcello De Rossi, che avrebbe conseguito la laurea in Architettura nel Novembre 1944 Il periodo della ricostruzione della città è anche il periodo della ricostruzione della scuola. La lettera del Presidente Remiddi, parla chiaramente delle difficoltà, incontrate appena riportata la scuola da Roma. Ma il giovane direttore, insieme all’amico di sempre Livio Rondoni non si è mai arreso. Nell’autunno del 1945 il salone centrale viene restaurato; lo stesso oggi intitolato a Marcello De Rossi che è stato ed è il nodo centrale delle attività d’insegnamento, di conferenza e di esposizione. Col tempo le attrezzature si perfezionano e si completano, i laboratori vengono parzialmente ripristinati, tutta la scuola cresce e la popolazione scolastica è in aumento. Nel 1947 il Direttore Marcello De Rossi, presenta la prima mostra didattica del dopoguerra denominata Mostra Biennale, solo dopo la seconda edizione nel 1949 decise di trasformarla a cedenza triennale dando vita alla prestigiosa rassegna di cui stiamo parlando. La prima edizione della mostra si svolse dal 24 al 26 Ottobre del 1947, la stampa dell’epoca in special modo il Messaggero di Roma ha dedicato alla mostra un bellissimo articolo, dove il cronista mette in evidenza, come i visitatori, che affollarono la storica sede di Via Luigi Novelli, fecero a gara per acquistare i lavori, posti in vendita ad un prezzo veramente alto. Molti prenotarono copie degli stessi.Il cronista, con una lunga digressione, si ferma a parlare di come la sera gli austeri ambienti si riempiono di giovani volenterosi di apprendere le “norme” del mestiere,mentre altri ragazzi quelli delle scuole medie, completano la loro preparazione artistica. Scorrendo quell’articolo, sulla pagina ingiallita dal tempo si leggono nomi che hanno poi fatto la storia della scuola: “ Il giovane maestro d’arte Guidi Roberto, una volta almeno modello della scuola,è presente con vari lavori. Un busto indovinatissimo, somigliantissimo, presenta una caratteristica figura di operaio “Orazio” che da tempo lavora nell’edificio. La sezione di Plastica diretta dal Guidi si è affermata in questa manifestazione, in questa rassegna e predomina insieme ad altre sezioni tra cui quella di falegnami e ebanisti e fabbri”. Il direttore Marcello De Rossi, ravvisava la necessità di un fornetto elettrico per la cottura della ceramica e il cronista commenta che il Ministero, visti gli oggetti esposti non aveva certo da rimpiangere la spesa. L’on.le Vincenzo Massei nel visitare la mostra si è così espresso: “La mostra della scuola artigiana di Velletri è veramente notevole, specialmente e si ha riguardo alle difficoltà in buona parte derivanti dai danni di guerra – in mezzo alle quali hanno dovuto lavorare insegnanti e scolari.” Il Sindaco di Velletri ha così espresso il suo compiacimento: “ I lavori esposti sono un indice sicuro dell’avvenire e dello zelo degli insegnanti e della passione che anima gli allievi”. Ancora dalla stampa dell’epoca troviamo giudizi sulla prima edizione che vale la pena di riportare: Un religioso ha scritto una breve ed efficace frase: “ Più che parlare e tacere e… ammirare” la stessa cosa devi dirsi dalla frase del Prof. Barbera direttore dell’Ospedale: “dal Luglio 1944 quanta strada” Il sindaco ha così dichiarato:” I lavori esposti sono indice sicuro dell’amore e dello zelo degli insegnanti e della passione che hanno gli alunni” Un rappresentante della camera del lavoro ha scritto:” Eccellenti tutti i lavori particolarmente della plastica e della pittura. Meravigliosi gli intarsi in legno; è necessario maggiore incremento di tutti i laboratori e un maggiore interessamento da parte delle autorità governative e locali” Il rappresentante del Partito Comunista ha scritto:” Nel complesso la mostra è ottimamente riuscita, tenendo in special modo presente che il tutto è opera di sacrificio e di buona volontà degli insegnanti seri ed onesti che tutto danno per il buon nome di Velletri” Un competente artigiano ricordando la figura del Prof. Zauli ha scritto:” Dirigenti ed artigiani degli del loro scomparso ed amato maestro” Il rappresentante del PRI ha scritto:” E’ veramente interessante la scuola e merita ogni riguardo dei competenti ministeri e delle autorità locali” Il rappresentante della DC ha dichiarato:” Davvero riuscitissima chi ben comincia… Ottima sotto ogni aspetto artistico merita vivo incoraggiamento da parte delle competenti autorità”Il rappresentante della sezione dei coltivatori diretti così si è espresso:” Complesso ed encomiabile il lavoro svolto dal 1944 ad oggi:la mostra appare un indice segnaletico della volontà che anima i lavoratori e gli artigiani veliterni. E’ necessario che l’amministrazione comunale incoraggi ed incrementi la completa rinascita della scuola” Un artigiano di ben noto valore ha scritto:” La mostra è una manifestazione di arte semplice e chiara, che segna l’inizio di una nuova epoca” Una nuova epoca,infatti stava iniziando. La passione dell’Architetto De Rossi, passatemi pure il termine l’amore dello stesso per la scuola, fecero arrivare a Velletri insegnanti qualificati, artisti importanti che formarono il sapere delle mani di tanti giovani. Nel 1949 la seconda edizione della mostra biennale, anche qui non mancarono le espressioni di elogio, dal registro della mostra leggiamo: “E’ veramente interessante la Scuola e merita ogni riguardo dai competenti Ministeri e dalle autorità locali” 1950/51 primo corso diurno Con l’anno scolastico 1950/51 il direttore dà inizio al corso diurno come tentativo per la formazione di un nuovo ordine di studi più completo dal punto di vista culturale, e soprattutto in considerazione del disegno di legge che prevede la classificazione delle sole Scuole d’Arte diurne. Il primo corso diurno potrebbe essere letto storicamente come un normale punto d’arrivo. Ma invece fu il frutto di una lotta condotta con rara passione da parte del Direttore. Marcello De Rossi riesce a superare ogni ostacolo è da notare che fino a questo momento la scuola non rilasciava alcun titolo di studio avente valore legale, ma si preoccupava di dare una formazione in senso lato tecnico – artistica agli allievi, proponendosi di inserirli direttamente nel mondo del lavoro. Nel 1953 al completamento del terzo anno diurno si ottiene la classificazione e il giovanissimo Maurizio Galderisi viene nominato segretario economo della scuola. Inizia qui una grande amicizia e un proficuo rapporto di collaborazione che vedrà De Rossi e Galderisi combattere una sola ed unica battaglia la crescita della scuola e trasformarla in una vera e propria eccellenza. Gli Istituti d’arte di Anzio – Tivoli – Priverno La trasformazione da serale a diurna può essere considerata per la scuola il passaggio dall’infanzia alla maturità nuove possibilità didattiche si aprono ad essa, maggiori prospettive per gli alunni. Dal 1954 al 1960 si tengono numerosi convegni per studiare la nuova struttura didattica che potesse completare al meglio la formazione di un maestro d’arte o di un insegnante d’arte applicata. Questo è anche il periodo della battaglia per il raggiungimento della qualifica definitiva di Istituto d’Arte con il corso strutturato in tre anni inferiori equivalenti alle scuole medie e tre anni superiori per il conseguimento del diploma di maestro d’arte. Nel 1958 per incarico ministeriale l’Istituto d’Arte di Velletri tiene l’amministrazione delle nuovo scuole d’arte di Anzio – Tivoli e Priverno, incarico svolto con rara passione e competenza dal Rag. Maurizio Galderisi. 1960 nasce l’Istituto Statale d’Arte”Juana Romani” Nel 1960 in base alla legge n 2106 del 30 Gennaio 1962 avente decorrenza retroattiva dal 1 Ottobre 1960 la Scuola d’Arte Juana Romani diviene Istituto Statale d’Arte Juana Romani. L’architetto Marcello De Rossi, cessa le sue funzioni di direttore per assumere quelle di Preside. Il nuovo corso di studi comprende tre anni corrispondenti alla scuola media e tre anni per il conseguimento del diploma di Maestro d’Arte o Insegnante d’Arte Applicata. Con tale titolo si accedeva direttamente all’accademia di Belle Arti per la pittura, la scultura e la scenografia; con esami integrativi alla Facoltà di Architettura; si poteva inoltre conseguire l’abilitazione all’insegnamento delle Arti Applicate negli Istituti d’Arte; svolgere un lavoro altamente qualificato presso le Industrie o intraprendere un’attività artistica professionale. Nasce la Scuola Media Annessa Con l’anno scolastico 1963 – 64 prende l’avvio la nuova Scuola Media dell’obbligo, di modo che l’Istituto d’Arte riduce il suo corso di studi a tre anni cui si accede dopo aver conseguito il diploma di Licenza Media. Permanendo però l’esigenza specifica di una preparazione in vista dell’accesso all’istituto d’arte contemporaneamente all’istituzione della Scuola Media dell’Obbligo, viene creata la così detta Scuola Media Annessa all’ istituto d’arte, la quale con particolari programmi rispetto alla scuola media che chiameremo “normale” prepara gli allievi in modo particolare in vista del proseguimento degli studi all’Istituto d’Arte. Oggi la Scuola Media, non più annessa all’Istituto d’Arte in virtù delle recenti riforme scolastiche è intitolata a Marcello De Rossi, grazie alla volontà del Preside Prof. Giglio Petriacci che volle questa intitolazione in riconoscenza del grande lavoro svolto dall’architetto a favore dell’istruzione dei giovani veliterni. L’istituzione del biennio per il conseguimento del diploma di maturità d’arte applicata In questo particolare momento storico, si pone per il Preside Marcello De Rossi, una necessità ben precisa, quella di dare agli allievi che avevano completato il corso di studi un diploma valido al pari di quello rilasciato dalle altre scuole superiori. Inizia in questo momento una nuova battaglia conclusa nel 1970 con l’istituzione de corso biennale sperimentale che si poneva a completamento del triennio preesistente. Alla fine dell’anno scolastico 1971/72 gli allievi sostengono il primo esame di maturità per il conseguimento del diploma di maturità d’arte applicata. E’ la prima volta che l’Istituto rilascia un diploma di maturità riconosciuto a tutti gli effetti: ben si comprende quale tappa importante costituisca questa data nella sua storia L’entrata in vigore dei decreti delegati Con l’entrata in vigore dei decreti delegati si sono svolte le prime elezioni per la nomina del nuovo Consiglio d’Istituto tra i 14 consiglieri eletti è stato nominato Presidente il Sig. Normando d’Annibale. 16 Aprile 1975 con la prima riunione del Consiglio d’Istituto il presidente Ing. Felice Remiddi lascia l’incarico tenuto totalmente in forma gratuita dal 1941 Nell’anno scolastico 1970/75 viene costruito un nuovo e moderno edificio scolastico fuori Porta Napoletana dove prende sede la Scuola Media Annessa. Mentre l’Istituto Statale d’Arte resta nella storica sede di Via Luigi Novelli, nel 1976 si celebrano i cento anni dalla fondazione con una mostra e un catalogo restati nella storia. Tre anni dopo quasi quarant’anni di servizio alla direzione della scuola il Preside Architetto Marcello De Rossi lascia l’incarico per raggiunti limiti d’età. Non venne subito nominato un Preside di ruolo ma la scuola venne affidata a due reggenti prima il Prof. Ferdinando Fornaro e poi il Prof. Franco Libanori che diressero la scuola fino al 1982 quando venne nominato Preside il Prof. Giglio Petriacci. Petriacci era già insegnante nella sezione di Oreficeria e Metalli ed aveva maturato esperienze direttive alla testa degli Istituti d’Arte di Castelmassa – Sciacca – Vasto – Anzio – Tivoli e Marino.

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