La Diocesi Tuscolana, insieme alla Caritas – Un’estate dedicata ai ragazzi
La Diocesi Tuscolana, insieme alla Caritas locale ha organizzato a Villa Campitelli, a Frascati, un’estate dedicata ai ragazzi. Intervista a David Febbraro.
Nella quiete del giardino di Villa Campitelli, ho avuto modo di intervistare David Febbraro, responsabile delegato della Diocesi di Frascati per la pastorale giovanile. Il quale ha raccontato con passione dell’attività per i ragazzi della nostra Diocesi, organizzata dal 29 giugno al 17 luglio in collaborazione con la Caritas locale, e intitolata: L’essenziale è invisibile agli occhi.
Buongiorno David, mi parli di questa nuova iniziativa diocesana.
Buongiorno a te, Daniela. L’iniziativa nasce in un momento alquanto delicato e
importante in cui la pastorale giovanile nazionale, quindi la CEI, ha diramato il 15 maggio alcune nuove linee guida, in relazione a quanto il Governo ha deciso per la realizzazione dei centri estivi della “Estate ragazzi”. Appena avute queste informazioni, abbiamo messo subito a punto con il nostro vescovo, Monsignor Raffaello Martinelli, la possibilità di creare, con gli animatori delle parrocchie della Diocesi, un progetto ricreativo di breve durata, ma importante, dedicato a tutti i bambini, dagli 8 ai 12 anni, provenienti dalle famiglie con problemi economici che la nostra Caritas diocesana segue durante l’anno. Il numero dei nuclei familiari seguiti è notevolmente aumentato, soprattutto in questo periodo: se ne contano circa 300 nei sette Comuni di nostra pertinenza. Nel caso specifico, perché a livello generale il numero è paritario, c’é un 65% di ragazzi stranieri che parlano la nostra lingua e sono integrati nel nostro tessuto sociale, e un 35% di Italiani di nascita. Tutti arrivano a Villa Campitelli alle 8,30, i più accompagnati dalle loro famiglie. Per 12 ragazzi, su un totale di 35, abbiamo organizzato un servizio a domicilio con i volontari della Caritas ed un pulmino, offerto dalle suore di San Camillo di Grottaferrata per prenderli. Insieme a me collaborano 6 persone adulte, mentre s’alternano 28 animatori a settimana, di cui un 10% maggiorenni.
In che modo vi siete attrezzati per contrastare il Covid-19?
Abbiamo prima formato gli animatori, per individuare giochi senza contatto fisico e tecniche di animazione che permettano di mantenere le distanze. Poi abbiamo trasmesso buone regole: lavarsi le mani, l’avere sempre la mascherina addosso. Il non altissimo numero di partecipanti ci ha consentito di poter rispettare tali accorgimenti. Tra l’altro, i giochi si svolgono quasi sempre all’aperto e nel campo di calcetto. In più, con un nostro servizio interno e con l’aiuto delle suore della Congregazione di San Camillo, è prevista una merenda in giardino; mentre il Vescovo ha dato la possibilità d’usufruire anche di una pausa pranzo, con un menu che varia quotidianamente. Coinvolgiamo in sicurezza i ragazzi, in previsione della giornata cruciale di venerdì, 10 luglio: stanno preparando degli sketches che durano non più di 10 minuti, e che si rifanno al Piccolo Principe di Saint Exupéry. La rappresentazione teatrale si svolgerà davanti ai genitori, nella zona ombrata del giardino della villa, qui al Centro, dove saranno messe a distanza le sedie, rispettando gli standard di sicurezza: il posto qui c’é.
Fate anche attività pastorale? Sì, iniziamo la giornata con l’intervento di un personaggio che si chiama Sky, il quale indossa un abito color cielo, racconta ogni volta una storia nuova. Abbiamo cercato di far passare un messaggio che potesse essere, il più possibile, abbracciato da tutti, pur nelle differenze di religione.
Sotto le spoglie di Sky si cela un certo David? Ebbene sì: sono io che mi vesto e alle ore 9 circa la mattina, esordisco dicendo che vengo proprio dal Cielo e, nei vari punti dove i ragazzi svolgono le loro attività, do loro il tema della giornata che si rifà, sempre, alle parole del Piccolo Principe, scelte per questa estate. La caratterizzazione dura una ventina di minuti e mi permette di ottenere l’attenzione in una maniera più simpatica e più bella, che tocca i cuori.
Non avevate bisogno di farvi pubblicità per invogliare le famiglie a partecipare, come succede per i campi estivi parrocchiali: è questa la differenza tra voi e il campo estivo tradizionale?
È la differenza sostanziale, perché abbiamo ricevuto dalla Caritas gli elenchi di queste famiglie, poi contattate direttamente attraverso un susseguirsi di telefonate, per descrivere il progetto. Abbiamo mandato i moduli per l’iscrizione online in modo che i genitori non dovessero stampare nulla. Poi ci siamo visti, per la prima volta, direttamente il 29 giugno.
Com’è il morale dei ragazzi?Il morale dei ragazzi è molto alto, ma sottolinerei quello degli animatori! E devo dire che, in pochissimo tempo, da quando è nata questa idea, essi hanno fatto veramente squadra, si è instaurato tra di loro un bel clima. Questo è veramente bello.
Ottima iniziativa. Vi auguro di potere ripetere tale avventura anche per il prossimo anno, magari in condizioni di maggiore libertà. Grazie per quello che fate.
Grazie a te, Daniela.
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