Marino. Per la terza volta rifornito il punto presso Coop dove prendere gratuitamente i libri BiblioPop. Intanto sinceri auguri da tutti noi dice Sergio Santinelli.
“E così siamo a tre. – racconta il Presidente di Acab/BiblioPop Sergio Santinelli – Si, è la terza volta che riforniamo il tavolo dei libri. Infatti, oltre che sul web per continuare a tessere il filo della cultura popolare, BiblioPop ha allestito presso Coop, grazie alla direzione locale del supermercato Coop di via Mameli 11 a S. Maria delle Mole, un piccolo punto libri. Istallato dentro il locale Coop, poco prima dell’uscita, offerto su un tavolino, il malloppo di libri ben ordinato attende chi, approfittando della propria presenza per l’approvvigionamento alimentare si reca al Supermercato Coop. Siamo alla terza settimana e, appunto al terzo rifornimento. Quindi, – continua il Presidente Santinelli – vi ringraziamo per aver colto l’attimo, di portare a casa un libro gratuito (che a noi era stato donato per tutta la cittadinanza, senza alcuna spesa), vi rammentiamo solo che, al momento che tutta questa emergenza sarà finita, tornate a trovarci, magari da noi in sede, a BiblioPop, al Parco Maura Carrozza, all’incrocio tra via Mameli e via Bassi. Poi, – aggiunge Santinelli – in considerazione della vigilia di Pasqua, forti della nostra vicinanza ad uno scrittore che abbiamo, di fatto, adottato a BiblioPop, vorremmo estendere il nostro augurio agli associati, a chi già ci conosce e frequenta, e ai tanti cittadini che possono chiedersi ora “ma questi chi sono e che fanno?”, ebbene, proprio a tutti, l’augurio che inviamo è tratto dalle parole che in queste ore pubblicamente, Marco Onofrio ha già divulgato: “Pasqua significa “passaggio”. È il momento liturgico e simbolico in cui alla morte succede la resurrezione, alla crisi profonda la nuova armonia, agli inferi il cielo. In tal senso, stiamo per vivere una delle Pasque più autentiche e realistiche di sempre. Consapevoli che, come diceva il poeta, “lì dove cresce il pericolo cresce anche ciò che salva”, e che quindi ogni momento di crisi nasconde, nel suo cuore problematico, inusitate e inimmaginabili opportunità. Molti nel Lazio vivono con profonda partecipazione i giorni di angoscia e sofferenza che la pandemia del Coronavirus sta imponendo al mondo e al nostro Paese; ma nutrono anche la ragionevole speranza che questa crisi possa sottrarci al vortice in cui il neocapitalismo sta avvitando uomini, nazioni, ecosistemi, come se non ci fosse un futuro che invece, avendo ricevuto il pianeta in prestito dai nostri figli, abbiamo il dovere etico di costruire e difendere. Lo sconvolgimento planetario causato dalla pandemia può offrire margini importanti di riflessione e ripensamento. La pausa potrebbe agevolare un salutifero “reset” dei sistemi, innescando la scintilla per illuminare il passaggio, appunto, a un modo diverso di concepire le risorse del pianeta e il ruolo storico degli individui, verso una società che torni ad essere incentrata sull’uomo, sulle sue legittime istanze di liberazione e di autentica giustizia comunitaria. Certo è un sogno eterno, nutrito da sempre e per sempre, ma l’emergenza che stiamo patendo lo rende all’improvviso quasi tangibile, ancora più possibile e clamorosamente attuale di quanto non sia mai stato negli ultimi decenni. Il virus sta facendo capire anche ai più fervidi sostenitori dei modelli di sviluppo in auge che così non è possibile continuare; che gli individui di questo mondo globalizzato sono in realtà isolati e fragili; che la finanza tecnocratica è un gigante dai piedi di argilla, e che anzitutto ci sono economie e culture locali da salvaguardare; che le persone umane, insomma, contano più dei mercati di cui si vogliono cieche consumatrici, e che non sono soltanto numeri intercambiabili di un codice o di un conto corrente bancario.”.
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