A Pompei non è più il tempo delle emergenze
“ “ Dario Franceschini Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo
A Pompei non è più il tempo delle emergenze.
Abbiamo davanti a noi nuove e importanti sfide per la tutela, la conoscenza e la valorizzazione degli scavi e del territorio“ “ Massimo Osanna Direttore del Parco archeologico di Pompei
GRANDE PROGETTO POMPEI Conclusa la messa in sicurezza degli Scavi. Terminati gli interventi nelle Regiones I, II e III
Si conclude con la messa in sicurezza delle Regiones I, II e III il piano straordinario di salvaguardia delle strutture archeologiche della città antica di Pompei, avviato nel 2014 con il Grande Progetto Pompei. In cinque anni sono stati eseguiti 76 interventi relativi ai 5 piani di intervento previsti dal Grande Progetto Pompei, di cui 51 per il piano delle opere (interventi su strutture archeologiche), 8 per il piano della conoscenza, 2 per il piano della sicurezza, 7 per il piano della capacity building, 8 per la fruizione e comunicazione. 75 sono gli interventi conclusi, di cui su 5 cantieri sono in corso le fasi di collaudo. Resta in via di conclusione il cantiere “di intervento di messa in sicurezza dei fronti di scavo” (GPPM), ovvero dei 3km di perimetro che costeggia l’area non scavata di Pompei. Di questo grande cantiere è stato già portato a termine l’intervento sui fronti di via del Vesuvio, di recente restituita alla fruizione con l’apertura della casa di Leda e il cigno, e nell’area del cosiddetto “cuneo”, dove sono venute in luce due domus di pregio con suggestivi affreschi, mosaici e reperti e il vicolo dei balconi, che ha ricongiunto il vicolo delle Nozze d’argento con l’arteria principale di via di Nola. Il totale della spesa al 30 gennaio 2020 è di 92 milioni di euro.
Messa in sicurezza nelle Regiones I, II e III
Il cantiere diretto da un team di architetti, archeologi, ingegneri e restauratori si è concluso dopo quindici mesi di lavoro, interessando una vasta area – le Regiones I e II nel quadrante sud orientale della città e la Regio III, solo parzialmente scavata, che si sviluppa tra via dell’Abbondanza a sud e via di Nola a nord, comprendente le botteghe e i numerosi thermopolia lungo la via Stabiana, le domus poste tra via dell’Abbondanza e via di Castricio, le grandi dimore urbane di Octavio Quartio e Giulia Felice, la casa del Triclinio all’aperto e il Foro Boario con gli annessi vigneti fino all’Anfiteatro. I lavori hanno attuato interventi specifici di restauro strutturale delle murature, messa in sicurezza degli apparati decorativi e rifacimento delle coperture, oltre che nella messa in opera controllata di presidii per salvaguardare situazioni specifiche di instabilità delle strutture murarie. In particolare, l’utilizzo di presidii statici sempre più snelli e sofisticati ha consentito di liberare le strade e le antiche strutture da ingombranti puntelli. Il rifacimento dei battuti dei pavimenti ha poi migliorato il livello di fruizione delle aree Resta in via di completamento il grande intervento di consolidamento dei fronti di scavo, con i 3 chilometri di perimetro che costeggia l’area non scavata di Pompei con il cosiddetto cuneo nella Regio V. Già alla fine del 2018, lungo via del Vesuvio, la restituzione alla fruizione della strada ha permesso di rendere visibile per la prima volta al pubblico la domus di Leda e il cigno, uno dei ritrovamenti più recenti e suggestivi dei nuovi scavi della Regio V.
Portata alla luce nel 1933, prende il nome dal verso inciso in un quadretto con anatre sul fondo del peristilio che recita Amantes, ut apes, vitam melitam exigunt (Gli amanti conducono, come le api, una vita dolce come il miele).
La casa, situata nel cuore della Regio I, era chiusa al pubblico dagli anni Ottanta quando, con il sisma, si rese necessario realizzare un ordito di puntelli a sostegno della copertura dell’atrio e del peristilio, occultando e stravolgendo la lettura degli spazi e delle decorazioni della domus. Negli anni lo stato di conservazione della domus era divenuto tale da impedirvi l’accesso perfino ai tecnici. La particolarità più rilevante dell’abitazione consiste nella presenza e nella conservazione pressoché completa del secondo piano del peristilio (giardino colonnato), un tempo accessibile attraverso una scala nel portico settentrionale (di cui è visibile la traccia sulla parete di fondo). Questo secondo piano sembra essere stato aggiunto nel corso del I secolo d.C.
Lo stato di sostanziale integrità in cui furono rinvenute le strutture pertinenti al livello superiore permise, già all’indomani dello scavo, di recuperare la configurazione originaria di questo spazio, restituendo alla percezione e alla conoscenza una soluzione architettonica (peristilio a doppio ordine), che ad oggi rappresenta un unicum a Pompei. Fatta eccezione per le pitture delle fauces e per alcuni pavimenti del II stile, le pitture presenti nella domus furono realizzate in IV stile nel corso del I sec. d. C. In questa domus la messa in sicurezza ha riguardato anche il consolidamento della copertura e dei solai. L’intervento di ripristino delle coperture dell’atrio si è posto in continuità con la riconfigurazione che la domus aveva ricevuto nel complesso, durante i lavori di restauro degli anni trenta concomitanti allo scavo.
Alcuni oggetti rinvenuti nella casa (un braciere, un bacile, una lucerna in bronzo e delle cerniere in osso) sono esposti in una vetrina collocata nell’atrio. L’esposizione rientra nel progetto di musealizzazione diffusa, già avviata da tempo in diversi edifici degli scavi, allo scopo di ricollocare e contestualizzare i reperti negli ambienti del loro ritrovamento. LA CASA DEGLI AMANTI
La domus deve il suo nome al grande graffito inciso sulla parete nord del peristilio, dove è raffigurata una grande nave da carico, chiamata “Europa”, affiancata da altre imbarcazioni minori. La casa, il cui nucleo originario risale al III sec. a. C., ha avuto una storia edilizia complessa fatta di numerose modifiche e ampliamenti; nella sua veste attuale, presenta un ampio peristilio con numerosi ambienti disposti in successione sui lati settentrionale e occidentale. Le monumentali colonne in tufo del peristilio e le decorazioni in I stile conservatesi in alcuni ambienti serbano memoria delle fasi edilizie più antiche e dei momenti di maggiore splendore della domus. Di particolare pregio è la decorazione nel cubicolo adiacente all’ingresso, dove il finto rivestimento a blocchi di marmo colorato, tipico di questo stile decorativo, è arricchito dalla presenza, nella parte superiore della parete, di semicolonne ioniche realizzate anch’esse in stucco. Nell’ultima fase di vita della città, la domus doveva, con ogni probabilità, ospitare un’attività produttiva di tipo agricolo; il settore posteriore della casa era, infatti, occupato da un ampio spazio verde, posto su due livelli, coltivato essenzialmente a vigneto con un piccolo orto per legumi e ortaggi. LA CASA DELLA NAVE EUROPA
LA CASA DEL FRUTTETO
La casa è stata interessata da interventi di messa in sicurezza nonché dal restauro degli apparati decorativi, questi ultimi realizzati con fondi ordinari del Parco archeologico di Pompei. Limoni e corbezzoli, piante da frutto e ornamentali, uccelli svolazzanti, e un albero di fico a cui è avvinghiato un serpente. Così erano decorati i cubicoli floreali della casa del Frutteto a Pompei. Una vegetazione lussureggiante dipinta sulle pareti, ad avvolgere il riposo degli antichi abitanti di questa dimora posta su via dell’Abbondanza, che conserva uno dei più begli esempi di pittura di giardino rinvenuti nella città. Gli affreschi raffigurano in uno degli ambienti un giardino luminoso, immaginato di giorno nel pieno rigoglio del verde, con una precisione di dettagli tale da rendere possibile il riconoscimento delle specie vegetali e nell’altro, un giardino immerso nel buio della notte, con tre alberi di diversa grandezza, tra cui il grande fico con il serpente, auspicio di prosperità. A differenza di altre case dove la pittura di giardino era riservata alle sale di rappresentanza, qui la si trova nei cubicoli. In alcuni ambienti, le raffigurazioni sono, inoltre, arricchite da motivi egizi con riferimenti a Iside, probabile segno di devozione alla dea da parte del proprietario. La domus, scavata parzialmente nel 1913 e poi nel 1951, presenta il classico impianto ad atrio, attorno al quale si dispongono vari ambienti e nella parte posteriore uno spazio verde con un triclinio estivo, utilizzato durante la stagione calda in alternativa al più interno triclinio. I giardini ornamentali, sia raffigurati sulle pareti ad ampliare lo spazio visivo degli ambienti, sia come spazi verdi interni, laddove la dimora lo consentiva, caratterizzavano molte delle abitazioni dell’antica città.
POMPEI IN CIFRE
GRANDE PROGETTO POMPEI • Importo complessivo: 105 milioni di euro • Cofinanziamento UE: 75%, quota nazionale: 25% • Interventi finanziati: 76 MESSA IN SICUREZZA DEL SITO ARCHEOLOGICO 50 km di colmi murari 30.000 metri cubi di murature, 10.000 metri quadri di intonaci. INTERVENTO DI MESSA IN SICUREZZA DEI FRONTI DI SCAVO 2,7 km. SCAVO DEL CUNEO Oltre 2000 metri quadri di superfice indagata nel cuneo, nell’ambito dell’intervento di messa in sicurezza dei fronti di scavo. IMPRESE COINVOLTE 781 gli operatori Economici (le imprese) coinvolti nel GPP. SCOPERTE NELLA REGIO V È stata portata in luce un’ulteriore parte della città antica, con vicoli e domus, rivelando apparati decorativi (affreschi, mosaici) di grande pregio oltre a numerosi reperti (tra cui diversi oggetti di uso quotidiano) e a ritrovamenti di vittime dell’eruzione. Nell’area del cosiddetto cuneo, posto tra la casa delle Nozze d’argento e il vicolo di Marco Lucrezio frontone sono emerse 2 domus e “il vicolo dei balconi”, che ha permesso di ricongiungere la grande arteria di via di Nola, già alla luce e visitabile dai turisti, con il vicolo delle Nozze d’argento, finora non interamente riportato in luce. TONNELLATE DI MATERIALE 30.000 mc di materiale di scavo (lapilli, cenere e terreno rimosso nel corso dell’intervento). REPERTI RINVENUTI NELLA REGIO V 1167 cassette e 168 colli di reperti archeologici (tra frammenti di intonaci, marmi, gocciolatoi, vasi in vetro, oggetti in bronzo e altro ), 73 anfore di cui 52 integre, 7 ricomponibili e 14 tagliate e riutilizzate per altri scopi. PROFESSIONISTI COINVOLTI Archeologi, architetti, restauratori, ingegneri, geologo, vulcanologo, antropologo, paleobotanico, zooarcheologo. TECNOLOGIE UTILIZZATE NEI CANTIERI DI SCAVO Tecniche di rilievo (Drone, asta telescopica, laser scanner, georadar); Indagini di conoscenza delle strutture e tecniche murarie (endoscopia, prove soniche, prelievo di campioni di malte nella fase immediatamente successiva allo scavo); indagini sui reperti durante le attività di scavo (indagini paleobotaniche sui reperti rinvenuti nei giardini, analisi morfologiche e chimico fisico per la determinazione dei materialiutilizzati, analisi palinologiche); analisi antropologiche. PERCORSO POMPEI PER TUTTI 4 Km di itinerario facilitato per persone con difficoltà motoria.
1. Tempio di Iside 2. Casa della Venere in Conchiglia 3. Praedia di Giulia Felice 4. Casa dei Pigmei 5. Casa del Criptoportico 6. Casa dell’Efebo 7. Casa del Cinghiale 8. Orto Botanico 9. Edifici municipali 10. Casa dei Mosaici Geometrici 11. Fullonica di Stephanus 12. Casa della Regina Carolina 13. Casa di Fabius Amandius 14. Casa del Sacerdos Amandos 15. Casa di Loreio Tiburtino 16. Casa di Paquio Proculo 17. Casa di Marco Lucrezio su Via Stabiana 18. Casa della Calce 19. Casa del Medico 20. Teatro Piccolo (Odeion) 21. Piccolo Lupanare 22. Casa di Obellio Firmo 23. Casa di Marco Lucrezio Frontone
45 EDIFICI MESSI IN SICUREZZA E RESTAURATI DALL’INIZIO DEL GRANDE PROGETTO POMPEI 24. Casa dei Vetii (Atrio) 25. Villa dei Misteri 26. Casa della Fontana Piccola 27. Casa del Labirinto 28. Casa dell’Adone Ferito 29. Casa dell’Ancora 30. Casa della Fontana Grande 31. Casa dei Ceii 32. Casa di Romolo e Remo 33. Casa di Trebio Valente 34. Casa del Larario Fiorito 35. Domus e Botteghe 36. Casa del Triclinio all’aperto 37. Casa del Marinaio 38. Terme del Foro 39. Terme Centrali 40. Casa di Trittolemo 41. Casa degli Amorini Dorati 42. Casa di Leda e il Cigno 43. Casa degli Amanti 44. Casa della nave Europa 45. Casa del Frutteto (Alcuni di questi edifici aprono a rotazione, per evitare pressione antropica)
I VISITATORI DAL 2014 al 2019 2014: 2.668.178 2015: 2.978.884 2016: 3.209.089 2017: 3.418.733 2018: 3.649.374 2019: 3.937.468 + 47,5% }
1. Pompei e l’Europa 2. Mito e Natura 3. Egitto Pompei 4. Pompei e i Greci 5. Pompei e gli Etruschi 6. Casa del Bracciale d’Oro 7. Alla Ricerca di Stabia 8. Per Grazia Ricevuta 9. Corpo del Reato 10. Gli Arredi della Casa di Giulio Polibio all’Antiquarium di Pompei 11. Mitoraj a Pompei 12. Pompei@Madre. Materia Archeologica
13. Picasso e Napoli: Parade 14. Casciello Pompei 15. EXPANDED INTERIORS 16. Pompeii’s Re-Birth, il terzo paradiso di Michelangelo Pistoletto 17. Lara FAVARETTO DIGGING UP. Atlas of the blank memorie 18. CAI GUO QIANG performance di esplosione artistica all’Anfiteatro 19. “DO UT DO, la morale dei singoli” 20. Vanity: storie di gioielli dalle Cicladi a Pompei 21. Pompei e Santorini, l’eternità in un giorno
Gli scavi sono poi tornati a essere un palcoscenico d’eccezione con i concerti di David Gilmour, Elton John e Ludovico Einaudi, Marcus Miller, James Taylor, King Crimson ma anche con la rassegna di drammaturgia antica Pompeii Theatrum Mundi, (quest’anno alla 4° edizione), un progetto quadriennale in collaborazione con il Teatro Stabile di Napoli.
LE MOSTRE DAL 2014
I CONCERTI
GLI SCAVI DELLA REGIO V: IL CUNEO
Dopo decenni si è tornati e a scavare in quella parte della città mai indagata finora. Le indagini in corso hanno restituito dati significativi per la conoscenza della città antica, oltre ad eccezionali scoperte. Tali attività di studio e ricerca archeologica costituiscono la base imprescindibile delle attività di tutela e valorizzazione, in quanto solo la conoscenza approfondita del contesto archeologico può garantirne la corretta salvaguardia nel tempo. I nuovi scavi rientrano in un più grande intervento di messa in sicurezza che sta interessando gli oltre 2,7 km di fronti che costeggiano i 22 ettari di area non scavata allo scopo di riprofilare i fronti, rimodulandone la pendenza e mettendoli in sicurezza, per evitare la minacciosa pressione dei terreni sulle strutture già in luce. Nell’area del cosiddetto “cuneo”; in particolare, si è reso necessario, al fine di proteggere gli edifici emersi già nell’800, procedere a un vero e proprio scavo di oltre 2000 mq di estensione per arretrare il fronte e garantire la sicurezza delle strutture in luce. È stata portata in luce un’ulteriore parte della città antica, con vicoli e domus, rivelando apparati decorativi (affreschi, mosaici) di grande pregio oltre a numerosi reperti (tra cui diversi oggetti di uso quotidiano) e a ritrovamenti di vittime dell’eruzione. Nell’area del cosiddetto cuneo, posto tra la casa delle Nozze d’argento e il vicolo di Marco Lucrezio frontone sono emerse 2 intere domus (la casa del Giardino e la casa di Orione) e “il vicolo dei balconi”, che ha permesso di ricongiungere la grande arteria di via di Nola, già alla luce e visitabile dai turisti, con il vicolo delle Nozze d’argento, finora non interamente riportato in luce. Lungo il fronte di via del Vesuvio, invece, è emersa la casa di Leda e il cigno, che prende nome dal raffinato affresco di Leda, pertinente ad un’alcova; con il bel atrio di Narciso alle spalle.
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Gli amanti conducono, come le api, una vita dolce come il miele“
“ Verso inciso su una parete de “la Casa degli Amanti”
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