14 FEBBRAIO 1944: RICORDO DI UN TRAGICO GIORNO A ROCCA DI PAPA
Corale la voce, dai timbri diversi, ma all’unisono ha rievocato quel che ogni popolo mai deve dimenticare: la storia.
E’ accaduto nell’accogliente sala del Centro Anziani cittadino, ospiti di Adriana Zoppi e di tutti gli Associati, alla presenza delle Autorità civili, della Polizia Municipale, della rappresentanza dell’Associazione Una Vita Vale, della Protezione civile, e di tante persone presenti. Un pubblico attento, coinvolto nei racconti e nelle testimonianze che alcuni di noi cittadini abbiamo voluto far affiorare dalla memoria: Maria Pia Santangeli, Gianfranco Botti, Franco Carfagna, Pio De Santis, Francesco Giovanetti, Fabrizio Castri, la stessa Adriana, e la mia voce per rievocare i tragici momenti vissuti anche dai miei familiari… voce e musica di Paolo Vitali hanno sottolineato i momenti di commozione nel rievocare il passato.
Quel tragico 14 febbraio 1944 alle 14.00 la furia assassina delle bombe alleate squarciarono per sempre quell’illusione condivisa: ci si sentiva riparati dai boschi del nostro paese, il grande Monte Cavo, incastonati nella rupe… eppure quel giorno, si ripeté il dramma ch’era toccato agli altri paesi vicini.
Macerie, polvere, morti e feriti e un grande fermento nel cercare riparo nelle grotte e nei rifugi. Ciascuno ha rievocato nomi, attimi e drammi di un passato che i nostri figli, i nostri nipoti, i giovani tutti debbono conoscere: in mattinata infatti – grazie alla progettualità della nostra Consigliera Lorena Gatta -, gli stessi anziani si sono recati nelle scuole del nostro Istituto Comprensivo a raccontare agli studenti quel ch’è avvenuto nel nostro paese quando essi erano loro coetanei. Fame, paura, fumo di bombe, boati, macerie, feriti, morti… ma anche una grande solidarietà nello scavare tra i sassi per salvare vite, la ricerca di cibo, lo scambio di generi alimentari per avere un po’ di pane, a volte muffo, a volte insanguinato… e la vita nelle grotte, moderni trogloditi, privati di tutto, spaventati dalle bombe e quella giovane vita di una ragazza colpita da una scheggia impazzita penetrata nella grotta dalla quale mai era uscita… a lei sarebbe doveroso dedicare una lapide, nelle stesse Grotte Cave dove ha trovato la morte.
Importante la memoria, importante consegnare alle future generazioni il messaggio che la storia ci trasmette: essere consapevoli che uno solo è il bene più prezioso da difendere e perseguire per lasciare ai figli quel che la speranza mai deve abbandonare: la pace.
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