Madre bianca del lago
Sguardo limpido d’antica dea immortale
Morbido immenso abbraccio
di foglie nella nebbia
Candido fulgore silente,
a te il pensiero vola nella notte.
Carezze di rugiada,
bianche le dita seriche sui pensieri
rapiti sull’incantato specchio
di gelido cristallo.
Dimentico di me
in un tempo che indugia,
dilatato,
sul tuo lago che medita,
profondo,
riflesso della tua chiara immagine
d’alta mistica Madre,
mistero delle selve
profumate di resina.
Terra della tua fauna
timida e ardita insieme,
che t’ama e teme.
Madre d’uomini
fedeli, che da sempre
a te s’inchinano adoranti,
ed ai tuoi piedi
posano armi ed orgoglio,
forza e superbia
tornando nudi e piccoli
come neonati
in cerca del tuo grembo.
Commosso desiderio di bellezza
nel tuo biancore puro
nell’alito divino
della tua perfezione
che innamora,
dell’incanto assoluto
della tua carne
di roccia e d’acque calme.
Madre d’ogni Madonna
adorata nei secoli
che si srotolano
fino al mio presente
dal tuo primo apparire
innanzi al Sole
di cui spandi il riflesso nella notte.
Madre che sulla pelle degli amanti
ebbri d’amore
dipingi lampi d’opale e d’estasi
e fai risplendere e germogliare i campi,
alchimia degli amori vegetali
e partorire donne,
canti di vite nuove
e sperare, smarrire,
ritrovarsi.
In te ancora e sempre mi dissolvo,
mi perdo, mi rinnovo.
Di nuovo mi sorprendi,
m’illumino, m’accendi.
Ritrovo in te la voce della terra
traslucido embrione della vita.
Scocca la freccia
dritta nel futuro
e indietro all’infinito
nel cuore di un Universo che ribolle
Esplode
in cavalloni di fuoco il suo gran caos
tumulto eterno di mondi in movimento.
Restano sorde al suo fragore immane
le nostre vite ignare
di galassie e nebulose in marcia
fra baci furibondi di Titani.
La pace estatica
di lago e Luna
illude gli occhi e il cuore
con la silente veglia
sulla sponda,
sciabordio d’onde brevi
e nubi bionde.
(Lanuvio – 15 dicembre 2018)
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