ALCESTI AL TEATRO CIVICO DI ROCCA DI PAPA
In terra di stirpe latina, culla del sacro luogo che diede origine alla grandezza di Roma, il sapore della cultura greca, nella tragedia più antica di Euripide, Alcesti, eroina che sacrifica se stessa per amore, offrendo la propria vita per salvare quella del suo amato, il marito Admeto, re di Fere in Tessaglia.
Una tragedia che si snoda sul palcoscenico del Teatro Civico di Rocca di Papa e che offre agli spettatori un singolare avvicendarsi del testo antico giunto a noi dal 438 a. C.
Sapiente e molto incisiva nella sua originalità la rivisitazione del regista Ettore Falzetti, in un palcoscenico ridotto all’essenziale nel quale emergono tra luci e ombre, figure e personaggi carichi d’intenso pathos, in contrapposizione con altri dal sapore farsesco, accentuato dai costumi scenici senz’altro peculiari nello loro originalità, ben studiata da Simone Luciani, costumista e interprete dal re pusillanime ed egoista. Costumi che spaziano dal classicismo al moderno, quasi ad offrire una duplice visione di pensiero, di accettazione e rifiuto della morte, quasi un prendersi gioco di questo passaggio inevitabilmente legato alla vita.
Emerge nella trama un egocentrismo che sfiora un po’ tutti i personaggi, spingendo a una riflessione: si è certi che lei, l’eroina sia veramente tale o che invece tutto si giochi sull’evitare dolore e sofferenza nell’accettar la tragedia d’una vedovanza? E la condizione richiesta da Alcesti che Admeto non si risposi – per evitar ai figli, magistralmente interpretati da Jacopo e Alisia Polidori – una matrigna , non suona come ulteriore conferma d’un egoismo ben celato nel dolore d’abbandonar la vita?
Mirabili le musiche e i canti – la voce della Callas avvolge in modo intenso gli spettatori- , fanno da invisibile cornice allo snodarsi della tragedia che vede la giovane regina votarsi al sacrificio con coraggio e generosità, atto che per sempre la priverà dell’affetto del suo uomo, dei suoi figli. Una figura eroica al femminile, la sua, che mette in risalto la codardia di colui che ne accetta la morte e l’egoismo di chi – i genitori del re – rifiuta d’esser oggetto di scambio per lasciar in vita il figlio.
Simona De Leo, Massimiliano Puddu, Giacomo Angelini, Aurora De Paolis, Chiara Tranquilli, Enrica Lucaroni, Sara Cardaccio, Lucia Scaggiante, Giorgio Ponzi, Nicoletta Pagano, Federica Corda, Martina Fusaro, Giulia Conte, Alessandro Tagliani, Antonella Perondi, oltre ai già citati piccoli fratellini Polidori, al regista e al costumista/re sono stati gli straordinari interpreti di questo nuovo dono teatrale che il nostro Civico ha donato a noi affezionati spettatori.
Anche riflettere e ripensare all’estremo epilogo dell’esistenza è crescita … obiettivo raggiunto anche stavolta. Evviva il teatro!
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