Alle origini
delle riviste femminili
(Silvia Cutuli) - Nel corso della seconda metà dell’800, una
folla di donne autentiche pioniere del giornalismo, ha condotto una vera
battaglia privata e pubblica a colpi di penna. Lo scenario è quello
dell’Italia che cambia, diventando un Paese democratico ed industriale. Il
Risorgimento culturale e artistico coincide con il cammino dell’universo
femminile verso l’emancipazione ed affermazione personale e di tutte.
La rivista “La Donna” è uno degli esempi più importanti dell’orientamento
femminista nascente, già per il fatto di essere redatto da sole donne.
Dalle sue pagine, Gualberta Beccari, parla dei doveri e dei diritti della
“nuova donna italiana”. La campagna intrapresa dalla rivista, mira alla
rinascita morale delle donne per il rinnovamento della nazione. I temi
caldi sono: l’istruzione superiore ed universitaria, le professioni
femminili, i diritti politici, il divorzio e la prostituzione. Per il
riscatto della donna dalla “debolezza e dall’ignavia”, si mobilita anche
Sofia Bisi Albini, che dalle colonne della “Rivista per Signorine” prima,
e “Vita femminile italiana” dopo, ipotizza una donna forte che fa sfoggio
di virtù quali il coraggio, la forza d’animo, nonché la dedizione
all’attività sociale.
Estranea invece alle rivendicazioni del movimento emancipazionista
femminile, la Contessa Lara, che ne divenne interprete spinta da un
bisogno puramente economico. In realtà per il tempo, la sua scelta è già
più che innovativa. Eva Giovanna Antonietta Cattermole, che amava firmarsi
appunto “Contessa Lara”, scrisse di moda, costume, bon ton, arredamento e
cuore. Fu una delle poche italiane ad essere iscritte all’Albo della
Stampa. Ancora un altro nome illustre, una presenza come dire ingombrante,
nel giornalismo d’inchiesta: Jessie White Mario, autrice dell’inchiesta
“La miseria di Napoli”. Con la scrittura tradusse la politica in indagine,
indirizzandola verso nuove tematiche sociali, come la povertà, la
condizione femminile, la centralità dell’istruzione.
“La donna buona, saggia, onesta cittadina, laboriosa è l’impulso alla
civilizzazione di un popolo; ambiziosa, vana, civetta, concorre a formare
viziata la società” come amava scrivere Gualberta Beccari. |